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- IL PROGETTO LINKING-IN EU RESETTLEMENT

IL PROGETTO“LINKING-IN EU RESETTLEMENT” PROMUOVE UNA DISCUSSIONE ITALIANA SUL RAFFORZAMENTO DEI PROGRAMMI DI REINSEDIAMENTO DI RIFUGIATI

Un momento dell'incontro1 febbraio 2013 - E' giunto a conclusione il progetto “Linking-in Eu Resettlement”, finanziato dal Fondo Europeo Rifugiati e realizzato in questi mesi dagli uffici OIM, UNHCR e ICMC di Bruxelles. Il progetto ha tra le varie attività promosso un incontro -  svoltosi mercoledi scorso -  tra tutti i soggetti che in Italia sono stati coinvolti in esperienze di Reinsediamento di rifugiati (Resettlement).

 
    

IL PROGETTO “LINKING-IN EU RESETTLEMENT”
PROMUOVE UNA DISCUSSIONE ITALIANA SUL RAFFORZAMENTO DEI PROGRAMMI DI
REINSEDIAMENTO DI RIFUGIATI

  

 

1 febbraio 2013 - Rafforzare lo strumento del Reinsediamento di rifugiati promuovendone un maggiore utilizzo a livello europeo e studiando le migliori modalità per poter attuare programmi di integrazione efficaci.

Questi sono alcuni degli scopi del Progetto “Linking-in Eu Resettlement”, finanziato dal Fondo Europeo Rifugiati e realizzato in questi mesi dagli uffici OIM, UNHCR e ICMC di Bruxelles.

Un momento dell'incontroRealizzati da un totale di 26 paesi, tra i quali  Stati Uniti, Canada, Australia, Svezia, Gran Bretagna, i programmi di Reinsediamento (in inglese Resettlement) consistono nel selezionare e trasferire rifugiati particolarmente vulnerabili da uno Stato in cui hanno inizialmente chiesto protezione a un terzo Stato che accetta di ammetterli sul proprio territorio, garantendogli uno status di residenza permanente. Lo status offerto dovrebbe in tal modo proteggere il rifugiato da ogni rischio di refoulement e garantirgli un futuro sicuro.

"L’Italia, anche se non è considerata un paese di Resettlement, ha in questi ultimi anni dimostrato la propria solidarietà e il proprio sostegno nei confronti di questo strumento  attuando programmi di reinsediamento “ad hoc” che hanno potuto aiutare gruppi vulnerabili che si trovavano in situazioni particolarmente difficili”, spiega José Angel Oropeza, direttore dell’Ufficio di Coordinamento OIM per il Mediterraneo, “Nello specifico, dal 2007 al 2010, sono stati accolti sul territorio italiano(in provincia di Rieti, di Benevento e di Reggio Calabria) centinaia di rifugiati provenienti da Libia e dal confine siriano- iracheno"

E proprio per parlare di queste esperienze e avviare una discussione su eventuali possibilità future  il progetto “Linking-in EU” ha promosso un incontro tra tutti i soggetti che in Italia sono stati e potrebbero essere coinvolti in futuro in altre esperienze di Resettlement.

L’incontro, svoltosi mercoledì scorso, ha visto la partecipazione di rappresentanti del Ministero dell’Interno (il Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, Prefetto Pria, il Direttore Centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere, Prefetto Ronconi, il Direttore Centrale dei Servizi Civili per l’Immigrazione e l’Asilo, Prefetto Scotto Lavina, il Capo Ufficio III Relazioni esterne e internazionali per le politiche dell’immigrazione e dell’asilo sul territorio, Vice Prefetto Ammendola,  Il Capo Ufficio III Asilo, protezioni speciali e sussidiarie e Unità Dublino, Vice Prefetto Matscher, il Presidente della Commissione Nazionale per il Diritto di Asilo, Prefetto Trovato), del Ministero degli Esteri (il Capo Ufficio VII della Direzione Generale Italiani all’estero e Politiche Migratorie, Consigliere Morbelli), di rappresentanti degli uffici italiani di OIM  e di UNHCR, dello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), del Consiglio Italiano per i Rifugiati nonché rappresentanti dell’Unione Comuni Alta Sabina e del comune di San Lupo (Bn).
 
Nel corso del meeting sono state esaminate le criticità e i punti di forza delle esperienze di reinsediamento in Italia – con una particolare attenzione alle diverse strategie di integrazione di rifugiati a livello locale –  ed è stata lanciata la possibilita di valutare eventuali nuove esperienze future inserendole nell’ambito dello SPRAR anche alla luce dell’interesse dell’Unione europea ad avviare un Pogramma Comune europeo di Resettlement.

  

 Per informazioni:

Flavio Di Giacomo, OIM Roma, Tel: +39 06  44 186 207,  fdigiacomo@iom.int