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17 novembre 2009

Roma, 17 Novembre 2009


Migranti vittime di una truffa sgomberati dall’area di San Nicola Varco

Circa 700 migranti che vivevano in un campo abbandonato a San Nicola Varco, nei pressi di Eboli, sono stati sgomberati la scorsa settimana dalla polizia italiana. Molti di loro sono stati trasferiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) più vicini.

I migranti, tutti marocchini, lavoravano in nero nel settore agricolo, sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli nei campi e nelle serre sella zona.

Nel mese di luglio un team dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) aveva scoperto che molti dei migranti presenti nell’area erano entrati in Italia con un visto regolare. Molti dicevano di aver dovuto pagare una somma di denaro - fino a 8000 euro  - a un «intermediario» della loro stessa nazionalità e un datore di lavoro italiano, che aveva promesso di assumerli regolarmente nell’ambito delle quote stagionali previste dal governo italiano.

Una volta in Italia, il datore di lavoro è scomparso o, a volte, si è semplicemente rifiutato di assumerli

Senza un contratto di lavoro, i migranti sono diventati irregolari e molti sono caduti vittime di situazioni di sfruttamento, costretti a lavorare nei campi per 15 o 25 euro al giorno.

“Abbiamo scoperto che molti migranti avevano con loro un visto con nomi e cognomi dei datori di lavoro italiani che si sono rifiutati di assumerli,” afferma Peter Schatzer, Capo Missione dell’OIM in Italia. “Abbiamo quindi raccolto e fornito informazioni alle autorità competenti al fine di cercare di offrire protezione a quei migranti disposti a collaborare per sgominare questa frode.”

In mancanza di una risposta in tal senso, l’OIM teme che lo sgombero dei migranti truffati rischi di interrompere l’indagine in corso.

“Se ciò accadesse, le persone che hanno organizzato e hanno tratto beneficio da questa frode resterebbero impuniti, mentre i migranti, truffati e vittime di individui senza scrupoli, correrebbero il rischio di essere denunciati  - cosi come previsto dall’attuale legislazione italiana - per la loro situazione di irregolarità”, aggiunge Schatzer.

“Inoltre, lasciare impunita questa frode potrebbe costituire un precedente negativo: la quota di lavoro stagionale potrebbe di nuovo essere utilizzata da truffatori per ingannare altri migranti in cerca di migliori condizioni di vita”, conclude il capo missione OIM.

Il lavoro nero, molto diffuso in Italia e in particolare nel settore agricolo, contribuisce, secondo le statistiche, a una quota compresa tra il 15,9 e il 17,6 % del PIL del paese.

Per informazioni contattare Flavio Di Giacomo, OIM Roma, Tel. +39 06 44 186 207 Email: fdigiacomo@iom.int