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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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OIM, UNHCR e UNICEF: cordoglio e frustrazione per nuove vittime nel Mediterraneo
I morti e dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale salgono a oltre 800, una media di quasi 5 al giorno dall’inizio dell’anno
L'OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati e l’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, esprimono profondo cordoglio per le decine di vittime di due nuovi incidenti nel Mediterraneo, la cui notizia è arrivata oggi con il salvataggio dei sopravvissuti.
In un primo naufragio le vittime accertate sono 10, e avrebbero perso la vita per soffocamento sul ponte inferiore dell’imbarcazione su cui viaggiavano. 51 sopravvissuti sono stati portati in salvo a Lampedusa dalla nave Nadir dell’ONG Resqship, che ha soccorso la barca di legno partita dalla Libia. I loro paesi di origine sono Siria, Egitto, Pakistan, Bangladesh.
In un secondo incidente, dopo essere stati soccorsi da un peschereccio e trasferiti su un mercantile, 11 superstiti sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera nello Jonio e portati in salvo a Roccella Jonica insieme al corpo di una donna, mentre altre 64 persone risultano disperse in mare. Secondo la ricostruzione dei sopravvissuti, il motore dell’imbarcazione, partita otto giorni prima dalla Turchia, si sarebbe incendiato, facendo rovesciare lo scafo a 110 miglia nautiche dalle coste italiane. I superstiti e i dispersi in mare provengono da Iran, Siria e Iraq. Tra i sopravvissuti, 2 bambini accompagnati e 2 donne.
Se questi dati dovessero essere confermati il numero dei morti e dispersi nel Mediterraneo centrale salirebbe a oltre 800, una media di quasi 5 morti e dispersi al giorno dall’inizio dell’anno.
Questi ennesimi incidenti generano un senso di profonda frustrazione per i ripetuti appelli inascoltati a potenziare risorse e capacità per le operazioni di ricerca e soccorso in mare a supporto della Guardia Costiera Italiana. Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo, un segno tangibile dell’incapacità degli Stati di proteggere le persone più vulnerabili.
A tre giorni dalla Giornata Mondiale del Rifugiato con la quale si ricorda il dramma di 120 milioni di persone costrette a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni, questi nuovi incidenti in mare, che coinvolgono rifugiati e migranti, risultano quanto mai inaccettabili.
Oltre alla necessità urgente di un sostegno europeo alle operazioni di ricerca e soccorso, è fondamentale – sottolineano OIM, UNHCR e UNICEF – promuovere un più ampio accesso a percorsi sicuri e regolari nell’Unione Europea per le persone migranti e rifugiati, affinché non siano costrette a rischiare la vita in mare.
Per maggiori informazioni:
Flavio Di Giacomo, Portavoce Ufficio di Coordinamento OIM per il Mediterraneo, fdigiacomo@iom.int tel. +39 3470898996