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Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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27 aprile 2010
Comunicato Stampa
L'OIM presenta un rapporto sulle condizioni dei migranti a Castel Volturno
Roma 26 aprile 2009
COMUNICATO STAMPA
L'OIM: Rosarno è solo la punta dell'iceberg
Castel Volturno: presentato in rapporto sulle condizioni di sfruttamento dei migranti
“Non limitarsi a identificare le situazioni d’irregolarità, ma tutelare anche i migranti più vulnerabili”
Lo sfruttamento lavorativo di manodopera immigrata riguarda indistintamente migranti in posizione regolare e irregolare.
E’ quanto emerge da un rapporto sulle condizioni in cui vivono e lavorano i migranti nell’area di Castel Volturno realizzato dall'OIM Organizzazione Internazionale per le Migrazioni nell'ambito di Praesidium, progetto finanziato dal Ministero dell’Interno.
“Nonostante il fatto che la zona di Castel Volturno sia nota per la diffusione del lavoro irregolare sia nel settore dell’agricoltura sia in quello dell’edilizia”, afferma Simona Moscarelli, esperto legale dell’OIM, “è da sottolineare come i controlli da parte delle istituzioni locali sulle condizioni lavorative dei migranti debbano essere necessariamente potenziati”.
“E’ fondamentale che durante tali controlli”, spiega la Moscarelli “le forze dell’ordine operanti non si limitino alla mera verifica della situazione di irregolarità dei migranti ma approfondiscano le situazioni di grave sfruttamento lavorativo degli stessi, assicurando una forma di protezione ai casi più vulnerabili o a coloro che sono disponibili a collaborare e denunciare gli sfruttatori alle autorità, ad esempio tramite il rilascio del permesso di soggiorno per protezione sociale”
Il rapporto dell’OIM spiega che i migranti che lavorano in situazione irregolare a Castel Volturno possono essere suddivisi in 3 gruppi, la maggior parte dei quali costretta a lavorare in situazioni degradanti e insicure: - i cittadini sub-sahariani impiegati nel settore agricolo ed edilizio, - i cittadini maghrebini ed egiziani che lavorano per lo più nella raccolta delle fragole nell’agricoltura, - i cittadini indiani e pakistani, i più invisibili, che vengono impiegati nelle aziende bufaline in virtù della particolare attenzione e dedizione che prestano, per motivi religiosi, alla cura del bestiame.
“Nell'area di Castel Volturno e zone limitrofe”, dichiara Flavio Di Giacomo, Responsabile della Comunicazione dell’OIM, “ci sono anche circa 500 donne nigeriane vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. La maggior parte di loro è arrivata nel 2008 sbarcando a Lampedusa. Diversa è la situazione delle cittadine straniere nigeriane arrivate nel 2009. Sembra infatti che, chiusa la rotta di Lampedusa, i trafficanti si siano già riorganizzati e che la maggioranza delle donne arrivi ora in aereo, con visto di ingresso regolare anche se spesso con un passaporto di un’altra persona.”.
Nella zona inoltre sono tantissimi i migranti che sono stati truffati da italiani senza scrupoli durante la regolarizzazione di settembre 2009.
“In alcuni casi, dopo aver corrisposto a datori di lavoro italiani somme che variano dai 500 ai 4.500 euro per accedere al procedimento di regolarizzazione”, racconta Di Giacomo, “i migranti sono stati abbandonati senza che nessuno presentasse alcuna domanda di emersione.”
Scarica il rapporto in formato PDF
Per informazioni:
OIM - Flavio Di Giacomo - Responsabile della Comunicazione
Tel.: +39 06 44 186 207
e-mail: fdigiacomo@iom.int