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8 marzo 2010

Giornata Internazionale della Donna
L'OIM: a uomini e donne stesse opportunità di migrare

 
 
COMUNICATO STAMPA
L'OIM: pari diritti e possibilità di emigrare in modo sicuro. Ecco il pre-requisito per lo sviluppo
 

Ginevra - 8 marzo 2010   - Le politiche migratorie devono offrire a uomini e donne le stesse opportunità di migrare per ridurre la vulnerabilità delle donne durante le migrazioni e massimizzare gli effetti positivi delle migrazioni sullo sviluppo delle comunità di origine.

E’ quanto afferma l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), in occasione della Giornata internazionale della Donna 2010.

Nonostante le donne migranti (in totale 105 milioni, circa la metà dei migranti in tutto il mondo) siano sempre di più coinvolte nei flussi migratori per ricerca lavoro, esse continuano a non beneficiare delle stesse opportunità di migrazione legale che hanno gli uomini, e di conseguenza sono spesso costrette ad affrontare i rischi legati alla mobilità.

Secondo la Vice Direttrice Generale dell’OIM, l’Ambasciatrice Laura Thompson, “le politiche migratorie nei paesi di accoglienza in apparenza non sembrano far distinzione tra i sessi,  ma in realtà sono ancora caratterizzate da un modello che si concentra essenzialmente su lavoratori qualificati di sesso maschile, che sono i principali beneficiari dei programmi di accesso all’impiego.”

Il lavoro delle donne migranti, in particolare quello svolto nell’ambito dei servizi domestici e della cura di persone, riveste un’importanza fondamentale per l’economia dei paesi di destinazione, ma continua  a essere sottovalutato e poco considerato nelle politiche di ammissione sul territorio di migranti lavoratori.

“Noi sosteniamo”, continua l’Ambasciatrice Thompson, “l’adozione di politiche di migrazione più sensibili alla questione di genere, che riconoscano che uomini e donne hanno diversi bisogni e diverse opportunità prima, durante e dopo il percorso migratorio. Offrire alle donne più possibilità di emigrare legalmente vorrebbe dire evitare che molte di esse diventino vittime di situazioni irregolari, di sfruttamento e di abuso, in particolare della tratta di esseri umani”

La mancanza di sufficienti canali regolari spesso costringe le donne a ricorrere a trafficanti di persone e altri intermediari, col il relativo rischio di subire violenze e maltrattamenti durante il viaggio.

Nei paesi di destinazione invece, pregiudizi e discriminazioni costringono non di rado le donne  a svolgere lavori non regolamentati, in settori in cui spesso possono diventare vittime di abusi, di violenza fisica e sessuale e di violazioni di diritti quali la limitazione della libertà di movimento, il trattenimento dei loro salari e dei loro documenti, una remunerazione estremamente bassa.

I paesi di origine e di destinazione non possono continuare a ignorare le sofferenze delle donne migranti, di cui tra l’altro il mondo del lavoro ha sempre più bisogno.

“Queste donne”, afferma la vice direttrice generale dell’OIM, “rispondono a una domanda sempre più crescente di servizi di cura e assistenza domestica nei paesi di destinazione, una domanda che non è stata toccata dalla crisi economica. Occorre che i paesi di accoglienza promuovano e sostengano, di conseguenza, l’apertura di canali di entrata legale che diano la possibilità di accedere a un impiego dignitoso, che offra anche l’accesso a quelle prestazioni sociali cui hanno diritto i lavoratori regolari. Solo a queste condizioni la migrazione potrà portare benefici  a paesi di origine, di destinazione, ai migranti e alle loro famiglie e comunità.”

Una recente pubblicazione dell’OIM dedicata alle donne migranti provenienti dall’Asia mette in evidenza gli effetti positivi delle migrazione femminile sulle famiglie rimaste in patria. Vengono citati i casi di lavoratrici filippine impiegate regolarmente nel settore di assistenza e cura domestica in Italia che, tramite le loro rimesse, riescono a contribuire al miglioramento delle condizioni abitative e sanitarie delle loro famiglie rimaste a casa e, in particolare, a sostenere un regolare percorso scolastico per i loro figli.

Le donne migranti inviano in patria circa la stessa quantità di denaro inviato dai migranti di sesso maschile. Ma alcuni studi fanno credere che per far ciò rinuncino a una percentuale maggiore dei loro salari, generalmente più bassi di quelli degli uomini. Inoltre i loro invii di denaro sono più regolari e si estendono per un periodo di tempo più lungo, e sono spesso destinati anche alle donne che si prendono cura dei loro figli in patria.

Uno status di regolarità contribuirebbe alla riduzione del costo sociale della migrazione femminile: le donne potrebbero rientrare a casa più spesso per vedere le loro famiglie, potrebbero svolgere lavori più accettabili, guadagnare di più e inviare somme di denaro più alte al fine di migliorare le condizioni di vita dei loro familiari.

“In occasione delle celebrazioni della Giornata Internazionale della Donna” afferma l’Ambasciatrice Thompson,  dobbiamo riaffermare il nostro  sostegno alla causa delle donne migranti e al rafforzamento dei loro diritti e delle loro condizioni. Uniamo i nostri sforzi affinché questo obiettivo venga raggiunto.”


Per informazioni:

Jean-Philippe Chauzy Tel: +41 22 717 9361 - pchauzy@iom.int
Jemini Pandya Tel. + 41 22 717 9486 -  jpandya@iom.int
Flavio Di Giacomo, OIM Roma, Tel. +39 06 44 186 207 - fdigiacomo@iom.int