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Arrivi via mare: 2560 migranti salvati, 34 morti e molti dispersi

Arrivi via mare: 2560 migranti salvati, 34 morti e molti dispersi

7 Novembre - Oltre 2560 migranti salvati in 4 giorni, 34 corpi recuperati e forse almeno una cinquantina di dispersi in mare. E’ questo il bilancio di una delle settimana più difficili con cui i soccorritori impegnati nel Mediterraneo centrale si siano cimentati da quattro mesi a questa parte.

Il momento più drammatico è stato vissuto domenica mattina a Salerno, dove la nave della Marina militare spagnola Cantabria, operante nell’ambito della Operazione Sophia di Eunavformed, ha portato a terra i cadaveri di 26 donne, insieme a 402 migranti soccorsi in 4 diversi operazioni.

Il fatto di trovarsi di fronte a cadaveri di sole donne ha spinto il prefetto di Salerno ad aprire una inchiesta per chiarire le circostanze delle morti, arrivando a ipotizzare la possibilità di omicidio. Sarà l’autopsia a determinare il motivo del decesso delle ragazze, ma dalle prime informazioni raccolte al momento dello sbarco è stato possibile capire che i cadaveri sono stati recuperati in due distinte operazioni. Venerdi 3 novembre la Cantabria ha infatti prestato soccorso a un gommone ormai affondato, traendo in salvo 64 persone e recuperando i corpi di 23 ragazze nigeriane. L’ipotesi è che a bordo ci fossero circa 140 persone, in tal caso ci sarebbero quindi anche oltre 50 dispersi. Nel corso di un’altra operazione i cadaveri di 3 donne sarebbero stati trovati dalla nave “Bergamini” della marina militare Italiana a bordo di un gommone con a bordo 139 migranti, poi trasbordati sulla Cantabria.

Qualche giorno prima, inoltre, altri 8 corpi erano stati trovati dalla Guardia Costiera italiana a bordo di un gommone con 150 persone a bordo.

A bordo dell’imbarcazione affondata il 3 novembre c’erano parecchie ragazze nigeriane, tutte molto giovani: almeno 43 accertate.

“Questa tragedia colpisce un gruppo di persone particolarmente vulnerabili:”, afferma Federico Soda, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento dell’OIM per il Mediterraneo. “E’ molto probabile che anche queste ragazze infatti fossero vittime di tratta per sfruttamento sessuale. Un recente rapporto OIM ha infatti confermato come l’80 per cento delle ragazze nigeriane che arrivano via mare in Italia sia composta da potenziali vittime di tratta. Un fenomeno drammatico e in crescita: basti pensare che il numero di ragazze nigeriane arrivato in Italia via mare è cresciuto del 600% in 3 anni: dalle 1500 del 2014 alle oltre 11.000 del 2016. Il dato ancora più allarmante riguarda l’età delle vittime: sempre più giovani, spesso anche minorenni. Come OIM prestiamo assistenza specifica a queste ragazze, informandole sui rischi che corrono e sulla possibilità di poter essere protette dalla legge italiana.”

Tra i sopravvissuti arrivati a Salerno anche molte storie drammatiche: una ragazza ha affermato di essere stata violentata, mentre un’altra ha raccontato di aver visto morire i suoi 3 figli in mare. Una donna ha anche partorito a bordo della Cantabria, ed è scesa dalla nave portando in braccio il suo bambino. I migranti sono stati già trasferiti in centri di accoglienza sparsi lungo tutto il territorio italiano: Lombardia, Puglia, Toscana, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio.

I 2560 soccorsi in questi ultimi giorni rappresentano una, almeno momentanea, inversione di tendenza rispetto agli arrivi registrati negli ultimi mesi dalla Libia. A partire da agosto gli arrivi via mare sono stati mediamente tra i 4000 e i 6000 al mese, un netto calo rispetto al resto dell’anno. Allo stato attuale i migranti arrivati via mare quest’anno sono stati 111.716, ossia il 30 per cento in meno rispetto al totale registrato l’anno scorso nello stesso periodo (159.534).

“In questo momento è più difficile che mai prevedere come andranno i flussi", afferma Federico Soda, Direttore dell'Ufficio di Coordinamento dell'OIM per il Mediterraneo. "I numeri delle partenza dalla Libia sono diminuiti in questi ultimi 4 mesi, ma è possibile comunque registrare operazioni di soccorso realizzate in lassi di tempo molto ristretti, come in questi giorni. Ci stiamo anche avvicinando a un periodo dell'anno in cui le condizioni metereologiche sono meno prevedibili e il mare è più pericoloso, e sappiamo che d'inverno ci sono sempre stati più naufragi. Quest'anno, questo periodo coincide anche con una minore presenza di navi di soccordo nel Mediterraneo, dopo che molte ONG hanno sospeso le loro operazioni."

“Allo stesso tempo le condizioni di migranti in Libia continuano a essere drammatiche: nelle ultime settimane ci sono stati scontri militari nel paese e i migranti sono i soggetti più vulnerabili in queste situazioni. Inoltre le condizioni dei centri di detenzione, anche quelli in cui abbiamo accesso come OIM, sono del tutto inadeguate”

Per informazioni :

Flavio Di Giacomo – OIM Italia Tel. +39 06 44186 207/221 Email: iomromepress@iom.int