-
Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
Chi siamo
Chi siamo
OIM Global
OIM Global
-
Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
- Dati e risorse
- Agire
- 2030 Agenda
- DIRITTO AL RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE
DIRITTO ALL’UNITÀ FAMILIARE: IN 11 ANNI L’OIM ROMA HA FACILITATO QUASI 15,000 RICONGIUNGIMENTI DI MIGRANTI CON LE LORO FAMIGLIE
22 febbraio 2013 - 14.786 ricongiungimenti familiari portati a termine in 11 anni, 1.911 nel corso del solo 2012. Questi i numeri del “Programma di Ricongiungimento Familiare tramite il test Dna” dell’OIM Roma, realizzato allo scopo di promuovere il diritto al ricongiungimento familiare per tutti coloro che non hanno altri modi di provare la relazione di parentela con i propri familiari nei paesi di origine.
DIRITTO ALL’UNITÀ FAMILIARE: IN 11 ANNI L’OIM ROMA HA FACILITATO QUASI 15,000 RICONGIUNGIMENTI DI MIGRANTI CON LE LORO FAMIGLIE
22 febbraio 2013 - 14.786 ricongiungimenti familiari portati a termine in 11 anni, 1.911 nel corso del solo 2012. Tra le varie nazionalità coinvolte: 3.564 cittadini nigeriani, 3.052 somali, 1.949 cinesi, 1.252 etiopi,1.092 ghanesi, 873 bengalesi, e poi congolesi, camerunensi, pakistani, eritrei e altri.
Questi i numeri del “Programma di Ricongiungimento Familiare tramite il test Dna” dell’OIM Roma, realizzato allo scopo di promuovere il diritto al ricongiungimento familiare per tutti coloro che non hanno altri modi di provare la relazione di parentela con i propri familiari nei paesi di origine o transito, o per i casi in cui la documentazione prodotta risulti incompleta o inaffidabile.
“Il programma di Ricongiungimento Familiare dell’OIM fu attivato nel 2001 in collaborazione con le ambasciate italiane di Nairobi e Addis Abeba per fronteggiare la mancanza di documenti dei cittadini somali,” spiega José Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento dell’OIM per il Mediterraneo. Dal 2005 è stato esteso a tutti i paesi in cui le rappresentanze diplomatiche italiane possono ravvisare la necessità di dimostrare le relazioni di parentela”.
Il ricorso al test è al momento a carico degli interessati perché l’OIM non ha un finanziamento apposito, ma il prezzo proposto equivale a meno della metà del prezzo di mercato e i migranti vulnerabili - in particolare i rifugiati - hanno la possibilità di avvalersene gratuitamente grazie a un fondo messo a disposizione dall’Organizzazione. Inoltre, in alcuni casi, l’OIM si occupa dell’organizzazione del viaggio verso l’Italia.
“Il ricongiungimento familiare, cioè la possibilità per i migranti regolarmente soggiornanti in Italia di essere raggiunti dai propri familiari, rappresenta oltre il 25% degli ingressi regolari in Italia”, afferma Oropeza, “Il ricorso al test è, in ogni caso, caratterizzato da una rigorosa volontarietà”, sottolinea il Direttore OIM “e il programma è uno strumento efficace nel contrasto alla tratta di esseri umani, considerato che quello del ricongiungimento è un ambito che coinvolge per lo più minori.”
Tra i dati riguardanti il programma, da sottolineare quello sull’infondatezza delle richieste: solo 650 casi in 11 anni. Una percentuale minoritaria che dimostra come il test scoraggi la presentazione di domande fraudolente.
“Gli esperti confermano che un immigrato, se raggiunto dalla sua famiglia, si integra con più facilità in quanto vede il suo progetto migratorio come più definitivo”, conclude Oropeza, “ e, nonostante il test non possa risolvere positivamente tutti i casi - in alcune culture infatti il concetto di famiglia è «allargato» e va oltre il mero rapporto filiale – è importante sottolineare che, senza questo programma volontario, per un gran numero di famiglie sarebbe stato impossibile ricongiungersi.”
In conformità a quanto previsto dalla legge italiana sul trattamento dei dati genetici e ai propri principi, una volta comunicati i risultati agli interessati e ai Consolati italiani nei paesi di origine, l’OIM provvede alla distruzione dei campioni di Dna e dei profili genetici dei soggetti coinvolti.
Per informazioni:
Flavio Di Giacomo, OIM Roma, Tel: +39 06 44 186 207, fdigiacomo@iom.int