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Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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- DUE VITTIME DEL MEDITERRANEO POTRANNO ESSERE UFFICIALMENTE RICORDATE CON IL NOME
{ita}LAMPEDUSA, PER LA PRIMA VOLTA DUE VITTIME DEL MEDITERRANEO POTRANNO ESSERE UFFICIALMENTE RICORDATE CON NOME E COGNOME
4 aprile 2013 - Hanno avuto luogo ieri a Lampedusa i funerali dei due giovani deceduti per ipotermia sabato scorso. Per la prima volta le lapidi delle tombe non saranno anonime ma recheranno i nomi delle due vittime, che è stato possibile identificare con certezza grazie alle testimonianze degli amici e compagni di viaggio.
{/ita}{eng}LAMPEDUSA, FOR THE FIRST TIME TWO VICTIMS OF THE MEDITERRANEAN WILL BE REMEMBERED BY THEIR NAMES
5 April 2013 - The funerals of the two young men took place on Wednesday morning in
Lampedusa. For
the first time their gravestones will not be anonymous but they will
bear the names of the victims, who could be identified by the testimony
of their friends and fellow travellers.
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{ita} LAMPEDUSA, PER LA PRIMA VOLTA DUE VITTIME DEL MEDITERRANEO POTRANNO ESSERE UFFICIALMENTE RICORDATE CON NOME E COGNOME
Roma, 4 aprile 2013 - La tragica morte di due ragazzi somali che - soccorsi lo scorso sabato insieme ad altri 192 migranti soccorsi dalla Guardia Costiera al largo di Lampedusa - sono deceduti per ipotermia prima di poter essere trasferiti sulla terraferma, dimostra una volta di più come la vera emergenza del Mediterraneo sia rappresentata dall’alto numero di coloro che, in fuga da persecuzioni, povertà e guerre, continuano a perdere la vita in mare
E’ quanto affermato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) che, insieme a UNHCR, Save the Children e Croce Rossa Italiana, opera dal 2006 a Lampedusa nell’ambito del progetto Praesidium finanziato dal Ministero dell’Interno.
I funerali dei due giovani hanno intanto avuto luogo ieri mattina a Lampedusa, e – grazie alla collaborazione del Sindaco di Lampedusa – per la prima volta le lapidi delle tombe non saranno anonime ma recheranno i nomi delle due vittime che è stato possibile identificare con certezza grazie alle testimonianze degli amici e compagni di viaggio.
“In passato”, spiega José Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento OIM per il Mediterraneo, “non era mai stato possibile dare nomi e cognomi certi alle vittime dei naufragi avvenuti al largo dell’isola delle Pelagie.”
“Per la prima volta”, commenta Oropeza, “il Comune di Lampedusa ha rilasciato un certificato di morte a migranti deceduti in mare, per la prima volta i morti del Canale di Sicilia non sono solo dei numeri, ma hanno almeno potuto riavere indietro la dignità dei propri nomi”.
Da quanto si desume dalle testimonianze dei migranti soccordi sabato, pare inoltre che in realtà possano essere più di 2 le persone che avrebbero perso la vita nel corso della traversata. Alcuni migranti hanno infatti raccontato che mancherebbero all’appello delle persone che si erano imbarcate con loro in Libia e che, nelle concitate fasi del viaggio – caratterizzato da condizioni metereologiche estremamente avverse – potrebbero essere cadute in mare.
Per informazioni:
Flavio Di Giacomo, OIM Roma, Tel: +39 06 44 186 207, fdigiacomo@iom.int
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LAMPEDUSA, TWO DAYS AGO THE FUNERALS OF THE YOUNG SOMALIS WHO DIED ON SATURDAY: FOR THE FIRST TIME TWO VICTIMS OF THE MEDITERRANEAN WILL BE REMEMBERED BY THEIR NAMES
Rome, 5 April 2013 - “The tragic death for hypothermia of two young Somalis rescued last Saturday along with other 192 migrants by the Italian Coast Guard off the shore of Lampedusa before they could even be transferred to the mainland shows once more that the real emergency in the Mediterranean is the high number of those who, fleeing persecution, poverty and war, continue to lose their lives at sea.”
This is what has been said by the IOM Rome, which has been working in Lampedusa since 2006 together with Save the Children and the Italian Red Cross within the Praesidium project, funded by the Italian Ministry of Interior.
The funerals of the two young men took place on Wednesday morning in Lampedusa. Thanks to the collaboration of the Mayor of Lampedusa, for the first time their gravestones will not be anonymous but they will bear the names of the victims, who could be identified by the testimony of their friends and fellow travellers.
“In the past”, explains José Angel Oropeza, Director of the Coordinating Office for the Mediterranean, “it has never been possible to give a name to the victims of shipwrecks off the shores of the Pelagian Islands.
“For the first time”, says Oropeza, “the Municipality of Lampedusa issued a certificate of death of migrants who died at sea. For the first time migrants dying in the Sicilian Channel are not only numbers. They could at least get the dignity of their names back.”
According to the testimony of migrants rescued on Saturday, the number of victims could be more than two. Some migrants reported that several people who departed from Libya with them are missing and they may have fallen into the sea during the journey, due to the extremely difficult weather conditions.
For further information:
Flavio Di Giacomo, IOM Rome, Tel: +39 06 44 186 207, fdigiacomo@iom.int
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