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EMERGENZA NORD AFRICA: MISSIONI DI MONITORAGGIO NELLE STRUTTURE ALLOGGIATIVE DEL LAZIO

EMERGENZA NORD AFRICA: CONCLUSE LE PRIME MISSIONI DI MONITORAGGIO NELLE STRUTTURE ALLOGGIATIVE PER MIGRANTI DEL LAZIO
 
migranti_in_fuga_dalla_libia.jpg27 Settembre 2012 - Monitorare gli standard d’accoglienza di 59 delle 120 strutture per immigrati costituite nel Lazio per far fronte alla cosiddetta Emergenza Nord-Africa e gestite da 20 enti nelle province di Roma, Rieti, Frosinone e Latina. Questo è quanto stabilito dall’accordo sottoscritto a fine luglio tra l’OIM Roma e la Regione Lazio e che ha permesso di valutare sinora le condizioni di 22 centri (8 in provincia di Rieti, 7 in provincia di Latina, 4 in provincia di Roma e 3 in provincia di Frosinone) che nel Lazio accolgono complessivamente 770 persone.

 
 
EMERGENZA NORD AFRICA: CONCLUSE LE PRIME MISSIONI DI MONITORAGGIO NELLE STRUTTURE ALLOGGIATIVE PER MIGRANTI DEL LAZIO

27 settembre 2012 - Monitorare gli standard d’accoglienza di 59 delle 120 strutture per immigrati costituite nel Lazio per far fronte alla cosiddetta Emergenza Nord-Africa e gestite da 20 enti nelle province di Roma, Rieti, Frosinone e Latina.

Questo è quanto stabilito dall’accordo sottoscritto a fine luglio tra l’OIM Roma e la Regione Lazio e che ha permesso di valutare sinora le condizioni di 22 centri (8 in provincia di Rieti, 7 in provincia di Latina, 4 in provincia di Roma e 3 in provincia di Frosinone) che nel Lazio accolgono complessivamente 770 persone, pari al 41% degli ospiti che il Dipartimento di Protezione Civile ha distribuito sul territorio regionale a partire dall’aprile del 2011.

migranti_in_fuga_dalla_libia.jpg“A seguito della guerra in Libia nel 2011 sono arrivati in Italia circa 27.000 migranti in fuga,” afferma Josè Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM,” molti dei quali hanno presentato richiesta d’asilo e sono stati ospitati in strutture sparse su tutto il territorio italiano”.

Così come sottolineato dal rapporto di monitoraggio OIM, ad eccezione di pochi centri collettivi, la Regione Lazio si è dotata di una tipologia di “accoglienza diffusa”, privilegiando strutture private di piccole e medie dimensioni (appartamenti e ville).

“Nel corso delle nostre visite nei centri del Lazio”, racconta Oropeza, “è stato riscontrato come gli standard rilevati nei centri siano mediamente in linea con le disposizioni previste dalla convenzione sottoscritta con il Soggetto Attuatore (Dipartimento di Protezione Civile regionale). Alcuni tra gli enti gestori più virtuosi hanno adottato un approccio metodologico improntato all’attitvazione di network, sia per il referral degli ospiti verso i servizi socio-sanitari e ludico-ricreativi sia per la ricerca di soluzioni che incentivino l’autonomia abitativa dei beneficiari. D’altro canto, durante le visite sono state altresì rilevate importanti criticità, in parte afferenti all’erogazione dei servizi alla persona, in parte a difficoltà gestionali.”

“La questione che invece rimane aperta ancora oggi”, sottolinea Il Direttore OIM, “è che la maggior parte degli ospiti in accoglienza sta aspettando la conclusione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato o ha da poco presentato ricorso giurisdizionale verso il provvedimento delle Commissioni Territoriali.”

Una situazione ancora in fieri dunque: “Alle missioni di monitoraggio seguirà l’avvio sistematico dell’ulteriore attività prevista in favore degli ospiti, ovvero la rilevazione dei profili professionali e la stesura dei curriculum vitae. Si tratta di una fase che però, persistendo uno stato d’incertezza 

 

 Per informazioni:

Flavio Di Giacomo, OIM Roma,  Tel. +39 06  44 186 207,  fdigiacomo@iom.int