Notizia
Local

- EVITARE IL TRATTENIMENTO NEI CIE DI QUEI MIGRANTI CHE SONO DETENUTI E CHE POSSONO ESSERE IDENTIFIC

L’OIM ROMA: EVITARE IL TRATTENIMENTO NEI CIE DI QUEI MIGRANTI CHE SONO DETENUTI E CHE POSSONO ESSERE IDENTIFICATI IN CARCERE

dscn5655.jpg23 dicembre 2013 -  Affrontare in maniera efficace la questione dei migranti che dopo aver scontato una pena in carcere vengono trasferiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) al solo fine di procedere a un’identificazione mai eseguita in prigione, e risolvere una serie di criticità rilevate all’interno dei Centri.Questo il tema sollevato dall’OIM Roma già oltre un anno fa con una lettera inviata agli allora Ministri dell’Interno, degli Esteri e della Giustizia italiani.

  L’OIM ROMA: EVITARE IL TRATTENIMENTO NEI CIE DI QUEI MIGRANTI CHE SONO DETENUTI E CHE POSSONO ESSERE IDENTIFICATI IN CARCERE

Già nel 2012 l'OIM aveva espresso ai Ministri dell’Interno, degli Esteri e della Giustizia italiani le propri considerazioni sulle criticità dei Centri di Identificazione ed Espulsione

23 dicembre 2013 - Affrontare in maniera efficace la questione dei migranti che dopo aver scontato una pena in carcere vengono trasferiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) al solo fine di procedere a un’identificazione mai eseguita in prigione, e risolvere una serie di criticità rilevate all’interno dei Centri.

dscn5655.jpgQuesto il tema sollevato dall’OIM Roma già oltre un anno fa con una lettera inviata agli allora Ministri dell’Interno, degli Esteri e della Giustizia italiani, nelle quali erano esposte le osservazioni scaturite dalle attività svolte all’interno dei CIE nell’ambito del progetto Praesidium, finanziato dallo stesso Ministero dell’Interno.

Secondo quanto rilevato dall'OIM, più della metà dei migranti trattenuti nei CIE provengono direttamente dalle carceri, dove però non vengono avviate le procedure di identificazione, delegate alle strutture dei Centri di Identificazione ed Espulsione. Questa pratica  impone un ulteriore lungo e inutile trattenimento a scopi puramente amministrativi, con un impatto gravemente negativo sul rispetto dei diritti umani dei migranti.

E' da sottolineare che un direttiva del 2007 del Ministro dell'Interno Amato e del Ministro della Giustizia Mastella aveva già previsto che le procedure di identificazione dei migranti detenuti in carcere fossero espletate all'interno delle stesse strutture penitenziarie, in modo da "evitare le criticità emerse in questi anni in relazione al trattenimento di questi soggetti", come citava la direttiva stessa. Direttiva che però non è mai stata efficacemente applicata.

Dalle visite effettuate dai funzionari dell’Organizzazione emerge come la permanenza dei migranti nei CIE risulti assai più problematica di quella in carcere. Le criticità rilevate dall’organizzazione sono varie: tra queste l'ozio forzato cui sono costretti gli immigrati alla forzata commistione di ex detenuti condannati per reati di varia entità e natura con immigrati incensurati, la non omogeneità di trattamento nei diversi centri, la necessità di ridurre i tempi di trattenimento.

L'OIM auspica che quanto già rilevato nel 2012 possa  essere esaminato dalle autorità competenti.

Contatti:

Flavio Di Giacomo (OIM Roma)  + 39  06 44186207      fdigiacomo@iom.int