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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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- EVITARE IL TRATTENIMENTO NEI CIE DI QUEI MIGRANTI CHE SONO DETENUTI E CHE POSSONO ESSERE IDENTIFIC
L’OIM ROMA: EVITARE IL TRATTENIMENTO NEI CIE DI QUEI MIGRANTI CHE SONO DETENUTI E CHE POSSONO ESSERE IDENTIFICATI IN CARCERE
23 dicembre 2013 - Affrontare in maniera efficace la questione dei migranti che dopo aver scontato una pena in carcere vengono trasferiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) al solo fine di procedere a un’identificazione mai eseguita in prigione, e risolvere una serie di criticità rilevate all’interno dei Centri.Questo il tema sollevato dall’OIM Roma già oltre un anno fa con una lettera inviata agli allora Ministri dell’Interno, degli Esteri e della Giustizia italiani.
L’OIM ROMA: EVITARE IL TRATTENIMENTO NEI CIE DI QUEI MIGRANTI CHE SONO DETENUTI E CHE POSSONO ESSERE IDENTIFICATI IN CARCERE
Già nel 2012 l'OIM aveva espresso ai Ministri dell’Interno, degli Esteri e della Giustizia italiani le propri considerazioni sulle criticità dei Centri di Identificazione ed Espulsione
23 dicembre 2013 - Affrontare in maniera efficace la questione dei migranti che dopo aver scontato una pena in carcere vengono trasferiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) al solo fine di procedere a un’identificazione mai eseguita in prigione, e risolvere una serie di criticità rilevate all’interno dei Centri.
Questo il tema sollevato dall’OIM Roma già oltre un anno fa con una lettera inviata agli allora Ministri dell’Interno, degli Esteri e della Giustizia italiani, nelle quali erano esposte le osservazioni scaturite dalle attività svolte all’interno dei CIE nell’ambito del progetto Praesidium, finanziato dallo stesso Ministero dell’Interno.
Secondo quanto rilevato dall'OIM, più della metà dei migranti trattenuti nei CIE provengono direttamente dalle carceri, dove però non vengono avviate le procedure di identificazione, delegate alle strutture dei Centri di Identificazione ed Espulsione. Questa pratica impone un ulteriore lungo e inutile trattenimento a scopi puramente amministrativi, con un impatto gravemente negativo sul rispetto dei diritti umani dei migranti.
E' da sottolineare che un direttiva del 2007 del Ministro dell'Interno Amato e del Ministro della Giustizia Mastella aveva già previsto che le procedure di identificazione dei migranti detenuti in carcere fossero espletate all'interno delle stesse strutture penitenziarie, in modo da "evitare le criticità emerse in questi anni in relazione al trattenimento di questi soggetti", come citava la direttiva stessa. Direttiva che però non è mai stata efficacemente applicata.
Dalle visite effettuate dai funzionari dell’Organizzazione emerge come la permanenza dei migranti nei CIE risulti assai più problematica di quella in carcere. Le criticità rilevate dall’organizzazione sono varie: tra queste l'ozio forzato cui sono costretti gli immigrati alla forzata commistione di ex detenuti condannati per reati di varia entità e natura con immigrati incensurati, la non omogeneità di trattamento nei diversi centri, la necessità di ridurre i tempi di trattenimento.
L'OIM auspica che quanto già rilevato nel 2012 possa essere esaminato dalle autorità competenti.
Contatti:
Flavio Di Giacomo (OIM Roma) + 39 06 44186207 fdigiacomo@iom.int