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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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Forti lacune nei dati lasciano in pericolo e senza accesso a servizi di base bambini rifugiati, migranti e sfollati
15 febbraio 2018 – UNICEF, UNHCR, OIM, Eurostat e OCSE hanno lanciato oggi un allarme: le lacune nei dati sui rifugiati, i richiedenti asilo, i migranti e le popolazioni internamente sfollate stanno mettendo in pericolo le vite e il benessere di milioni di bambini migranti. In un appello, “Call to action: per proteggere i bambini migranti bisogna partire da dati migliori”, le cinque Agenzie – dell’ONU e partner- hanno mostrato insieme quanto i dati siano fondamentali per comprendere le tendenze delle migrazioni globali e sviluppare politiche per supportare gruppi vulnerabili come i bambini.
La Call to Action conferma buchi allarmanti nella disponibilità, affidabilità, tempestività e accessibilità dei dati e delle testimonianze essenziali per comprendere come le migrazioni e gli sfollamenti forzati colpiscano i bambini e le loro famiglie. Per esempio:
- Le informazioni registrate sull'età sono disponibili solo per il 56% della popolazione rifugiata sotto il mandato dell'UNHCR;
- Solo il 20% dei paesi e dei territori che hanno dati sulle persone sfollate interne a causa di conflitti scompongono questi dati per età;
- Circa un quarto dei paesi e territori non possiede dati disaggregati sui migranti per età, fra cui il 43% dei paesi e dei territori in Africa;
- La mancanza di informazioni sui bambini migranti e sfollati priva i minorenni colpiti della protezione e dei servizi di cui avrebbero bisogno.
“Le lacune nelle informazioni minano alla base la nostra capacità di aiutare i bambini”, ha dichiarato Laurence Chandy, Direttore dell'UNICEF per il dipartimento Dati, Ricerca e Politica. “I bambini migranti, in particolare quelli che migrano da soli, sono spesso facili prede per coloro che potrebbero far loro del male. Non possiamo tenere i bambini al sicuro e fornire loro servizi salvavita, in transito e una volta raggiunta la loro destinazione, se non sappiamo chi sono, dove sono o ciò di cui hanno bisogno. Invitiamo gli stati membri a colmare le lacune con dati disaggregati affidabili e a migliorare la cooperazione in modo che i dati vengano condivisi e siano comparabili”.
“Molti bambini rifugiati hanno vissuto o assistito a violenze e sofferenze inaudite nei loro paesi di origine e talvolta anche nel corso della loro fuga in cerca di protezione e sicurezza. Hanno bisogno e meritano cure e protezione, ma, per fornirglielo, sono necessari dati sulla loro identità e sui loro bisogni. In nessun settore è importante quanto in quello dei bambini, soprattutto per i più vulnerabili, che ci sia un coordinamento sui dati e un rafforzamento delle capacità”, ha dichiarato Volker Türk, Assistente dell'Alto Commissario per la Protezione dell'UNHCR.
“Abbiamo bisogno di dati affidabili e migliori sui bambini migranti, per proteggerli e garantire il loro superiore interesse. La disaggregazione di dati per età, sesso e origine può fornire informazioni ai decisori politici sui bisogni reali dei bambini migranti. Ciò assicurerebbe che nessun bambino venga lasciato indietro e che non venga sfruttato. Tutti i bambini migranti hanno diritto ad assistenza e protezione, a prescindere dal loro status migratorio”, ha dichiarato il Direttore generale dell'OIM, William Lacy Swing.
“Il tempo è essenziale quando si parla di integrazione nell'istruzione”, ha dichiarato il Direttore dell'OCSE per l'occupazione, il lavoro e le politiche sociali, Stefano Scarpetta. “Il successo o il fallimento in questa età così vulnerabile può avere ripercussioni durature sul mercato del lavoro. Soltanto con un'ampia conoscenza – supportata da dati adeguati – possiamo identificare e rispondere ai bisogni di questi bambini, proteggerli meglio e costruire un futuro sulle loro abilità e capacità, durante il loro percorso prima nel sistema scolastico e in seguito nel mercato del lavoro”.
In molti paesi, i dati nazionali disponibili non includono informazioni sull'età, il sesso e l'origine dei rifugiati e dei migranti, e non mostrano neanche se viaggiano da soli o con le loro famiglie. I criteri diversi utilizzati per le categorie di età e per la registrazione dei dati rendono la disaggregazione una grande sfida.
Ciò rende estremamente difficile stimare in modo accurato quanti bambini stiano compiendo un percorso migratorio nel mondo. I dati sui bambini che si spostano irregolarmente fra i confini, quelli sfollati o che migrano internamente o i bambini lasciati indietro da genitori migranti, sono ancora più rari.
Mentre gran parte delle migrazioni a livello globale sono positive, con i bambini e le loro famiglie che si spostano volontariamente e in sicurezza, l'esperienza per milioni di bambini non è né volontaria né sicura, ma piena di rischi e pericoli. I bambini che non hanno accesso a percorsi migratori sicuri e regolari spesso si affidano a rotte pericolose e irregolari, che li espongono al rischio di violenza, abusi e sfruttamento. Molti bambini perdono la vita prendendo rotte migratorie informali pericolose – affondando in mare o perdendosi nel deserto – ma la loro morte finisce regolarmente per essere non segnalata e non conteggiata.
Nel 2016, oltre 12 milioni di bambini nel mondo vivevano come rifugiati o richiedenti asilo, mentre un numero stimato di 23 milioni di bambini erano sfollati internamente – 16 milioni a causa di conflitti e 7 milioni a causa di disastri naturali. Ma il numero reale di bambini costretti a lasciare le loro case rimane sconosciuto, e tende ad essere significativamente più alto delle stime a causa delle lacune nelle informazioni e nei dati.
In mancanza di dati affidabili, i rischi e le vulnerabilità che i bambini affrontano in fase migratoria rimangono nascosti e senza risposta. In alcuni contesti, i bambini che attraversano i confini irregolarmente possono essere trattenuti in detenzione insieme agli adulti o possono essere impossibilitati ad accedere a servizi essenziali per il loro sviluppo sano, fra cui l'istruzione e l'assistenza sanitaria. Anche nei paesi ad alto reddito, il numero di bambini rifugiati e migranti che non frequentano la scuola è sconosciuto, in quanto non viene calcolato.
La necessità di una migliore raccolta e analisi dei dati è un elemento fondamentale dei due correlati ma distinti Global compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare e Global compact sui rifugiati, in fase di sviluppo per la loro adozione nel 2018. Il lavoro per rafforzare la raccolta e l'analisi dei dati è in atto, sia a livello globale che nazionale, ma bisogna fare molto di più. Mentre gli stati membri lavorano per finalizzare questi due accordi, le cinque agenzie e partner li invitano a rispondere alla mancanza di dati e a includere i diritti, la protezione e il benessere dei bambini come impegni centrali nei testi finali. Se a queste lacune non fosse data una risposta, sarà impossibile applicare e monitorare i due Global Compact e l'impatto che questi potrebbero avere sui bambini migranti.
L'UNICEF, l'UNHCR, l'OIM, l'Eurostat e l'OCSE invitano gli stati membri a rispondere alle lacune di dati e testimonianze sui bambini migranti, e a includere questi elementi specifici per i bambini nel Global compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare e nel Global compact sui rifugiati:
- Disaggregare i dati per età e sesso;
- Affrontare questioni chiave che riguardano i bambini colpiti da migrazione e sfollamento;
- Utilizzare meglio i dati esistenti e condividerli;
- Coordinare il lavoro sui dati all'interno dei paesi e oltre i confini;
- Compiere degli sforzi particolari per raccogliere e analizzare i dati sui bambini.
Per informazioni:
Christopher Tidey, UNICEF New York, ctidey@unicef.org, +1 917 340 3017
Jorge Galindo, IOM HQ, jgalindo@iom.int, +41 22 7179205
Stylia Kampani, IOM GMDAC, skampani@iom.int , +49 3027877816
Spencer Wilson, OECD, spencer.wilson@oecd.org, +33 1 45 24 81 18