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- GIORNATA INTERNAZIONALE DEL MIGRANTE 2011

GIORNATA INTERNAZIONALE DEL MIGRANTE 2011

imd-2011-popup.jpg18 dicembre - La difficoltà di accesso ai servizi sanitari per i migranti nella maggior parte dei paesi del mondo è una preoccupante omissione di salute pubblica che deve essere al più presto risolta, soprattutto in un mondo sempre più dipendente dalla mobilità umana, dichiara l’OIM in occasione della Giornata Internazionale del Migrante 2011.

 
GIORNATA INTERNAZIONALE DEL MIGRANTE 2011
 
 
L’OIM: PER RISOLVERE LE DISEGUAGLIANZE IN MATERIA DI SALUTE PUBBLICA È ESSENZIALE ASSICURARE
L’ASSISTENZA MEDICA AI MIGRANTI

Ginevra –  La difficoltà di accesso ai servizi sanitari per i migranti nella maggior parte dei paesi del mondo è una preoccupante omissione di salute pubblica che deve essere al più presto risolta, soprattutto in un mondo sempre più dipendente dalla mobilità umana, dichiara l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in occasione della Giornata Internazionale del Migrante 2011.

In un mondo in cui si contano più di un miliardo di migranti, dei quali 214 milioni migranti internazionali, non c’è paese che non sia dipendente dalla loro forza lavoro, dalle loro capacità e dalle loro conoscenze, o ancora dai 404 miliardi di dollari che hanno inviato come rimesse nel solo 2011.

Pertanto, è proprio la migrazione una delle più grandi sfide della sanità mondiale. I migranti sono i più colpiti dalla mancanza di accesso ai servizi sanitari. Differenze linguistiche o culturali, mancanza di risorse finanziarie o assicurazioni, ostacoli amministrativi, status legale e turni lavorativi lunghi e scomodi sono tra i principali fattori di difficoltà.

I migranti senza documenti, spesso a rischio di violenza e sfruttamento e con condizioni di vita e di lavoro precarie sono il tipo di migranti più vulnerabili.

Inoltre, molti di loro hanno timore di essere rimpatriati, e questo è uno dei motivi per i quali evitano di ricercare assistenza sanitaria, fatta eccezione per le emergenze per le quali purtroppo si arriva a volte troppo tardi. 

imd-2011-popup.jpg“Gli stati hanno già politiche di sostegno per appianare le difficoltà di accesso ai servizi sanitari dei gruppi vulnerabili all’interno delle loro società. Queste politiche dovrebbero essere estese anche ai migranti, che sfortunatamente rimangono tra i gruppi più discriminati e vulnerabili nelle società di oggi, e che continuano ad essere invisibili nell’agenda internazionale in materia sanitaria” afferma William Lacy Swing, Direttore Generale dell’OIM. 

Ad oggi, pochissimi paesi al mondo offrono assistenza sanitaria per tutti, inclusi i migranti irregolari. Tra questi, ci sono Argentina, Brasile, Francia, Italia, Portogallo e Spagna.

Nonostante le ultime crisi sanitarie a scala globale quali la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) o l’influenza Aviaria e il riemergere di malattie come la tubercolosi evidenzino la necessità di includere anche i migranti nei sistemi di assistenza sanitaria, i progressi globali su questo fronte sono purtroppo molto lenti.

Qualche positivo passo in avanti però c’è: ad esempio la Risoluzione 61.17 dell’Assemblea Mondiale della Sanità del 2008 che invita i membri dell’Organizzazione alla promozione della sanità dei migranti, o ancora la Risoluzione del Marzo 2011 del Parlamento Europeo per la riduzione delle iniquità sanitarie in Europa, o infine la Dichiarazione di Dhaka dell’Aprile 2011, sottoscritta dai paesi d’orgine dei migranti asiatici in cui si richiedono delle politiche sanitarie che includano i loro migranti connazionali nei paesi di destinazione.

“Per quanto questi passi siano senza dubbio significativi, è importante che queste dichiarazioni e risoluzioni si trasformino in azioni concrete e tangibili. Così come è importante che si aggiungano altri paesi a quelli che già garantiscono ai migranti uguale accesso sanitario. Sarebbe un atto importante a livello umano, economico e sociale”, aggiunge Swing.

Secondo l’OIM, la restrizione dell’assistenza sanitaria per i migranti irregolari alle sole cure d’emergenza non corrisponde ai principi della salute pubblica. Tali restrizioni infatti ledono la salute del singolo e dell’intera società, specialmente quando si parla di malattie infettive. Inoltre, queste politiche presentano un costo maggiore rispetto ad un normale accesso a cure preventive e di base per i migranti. 

Per quanto la migrazione sia un argomento molto sensibile sia in ambito politico che sociale, molti governi hanno riconosciuto ai migranti un ruolo indispensabile nell’economia dei paesi. Nonostante ciò, l’OIM ricorda che che i migranti sono prima di tutto esseri umani che non dovrebbero esser considerati come meri strumenti di valore economico facilmente rimpiazzabili.

"Non c’è più bisogno di dimostrare il contributo positivo che i migranti danno per lo sviluppo delle società e delle economie. La loro esclusione dai servizi e dalle politiche sanitarie non è solo una violazione del diritto alla salute degli esseri umani, ma vuol dire anche cedere alla paura e al terrore e foraggiare la visione dei migranti come un peso sui servizi sociali”, aggiunge il Direttore Generale Swing. “E’ ora che i paesi diano prova di coraggio e iniziativa seguendo il principio che sostengono da sempre: il diritto alla salute per tutti”.

 


 

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