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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
- Dati e risorse
- Agire
- 2030 Agenda
- LE PROPOSTE OIM CONTRO LO SFRUTTAMENTO LAVORATIVO DEI MIGRANTI
CONTRASTO ALLA TRATTA E SFRUTTAMENTO LAVORATIVO: L’IMPEGNO DELL’OIM ROMA NELLA RICERCA DI SOLUZIONI EFFICACI E CONCRETE
25 luglio 2013 - Il fenomeno della tratta di esseri umani e lo sfruttamento dei migranti coinvolge un alto numero di migranti che finiscono in circuiti di marginalità sociale e illegalità, vittime di un sistema di sfruttamento spesso posto in atto da cittadini italiani. L’OIM Roma, proprio al fine di promuovere un’efficace attività di contrasto allo sfruttamento dei migranti, ha sviluppato alcune proposte concrete.
CONTRASTO ALLA TRATTA E SFRUTTAMENTO LAVORATIVO: L’IMPEGNO DELL’OIM ROMA NELLA RICERCA DI SOLUZIONI EFFICACI E CONCRETE
25 luglio 2013 - Il fenomeno della tratta di esseri umani e lo sfruttamento dei migranti rimane una delle prime problematiche da affrontare e risolvere a livello globale. Un fenomeno che coinvolge un alto numero di migranti che, entrati in Italia sia in modo irregolare che irregolare, finiscono in circuiti di marginalità sociale e illegalità, vittime di un sistema di sfruttamento spesso posto in atto da cittadini italiani.
Si tratta di una situazione che diventa particolarmente evidente nel settore agricolo e che interessa soprattutto le regioni del sud Italia, anche se ultimamente dinamiche simili sono state riscontrate anche in regioni del nord del Paese.
“Sono anni che incontriamo migranti che, in totale assenza delle minime condizioni igieniche, di sicurezza, e senza nessun tipo di tutela legale, sono costretti a lavorare per 12 ore al giorno o anche più”, racconta il Direttore dell’Ufficio di Coordinamento OIM per il Mediterraneo, José Angel Oropeza. “Spesso per pochissimi euro ma a volte anche senza aver nessuna garanzia di pagamento da parte del datore di lavoro.”
“Il legislatore,” spiega Simona Moscarelli, esperta legale OIM, “ha introdotto importanti novità normative che riguardano l’introduzione del reato di caporalato e il rilascio del permesso di soggiorno per chi denuncia gravi situazioni di sfruttamento; ma tutto questo non è sufficiente, occorre infatti individuare non soltanto chi è coinvolto a livello più basso, ma anche coloro che traggono un vero profitto dallo sfruttamento dei migranti. E’ necessario inoltre potenziare percorsi di protezione strutturati ed evitare che l’economia agricola del sud Italia continui a reggersi in modo così marcato sulla sofferenza di questi migranti.”
L’OIM Roma, proprio al fine di promuovere un’efficace attività di contrasto allo sfruttamento dei migranti, ha sviluppato alcune proposte concrete che includono: - la promozione di sistemi di reclutamento più efficaci e snelli che facilitino l’assunzione dei lavoratori che si trovano già in Italia; - la previsione di un sistema di incentivi o sgravi fiscali per gli agricoltori che assumono in maniera regolare; - la riduzione degli oneri sociali e delle aliquote previdenziali in vigore nel lavoro stagionale; - la possibilità di assicurare condizioni alloggiative dignitose; - lo sviluppo di un sistema di trasporti che faciliti il raggiungimento del luogo di lavoro; - la promozione di attività di di orientamento legale, culturale e sociale per il lavoratori miranti; - il potenziamento di controlli sulle aziende agricole; - l’estensione delle categorie dei migranti vulnerabili a cui rilasciare il permesso di soggiorno per motivi umanitari previsto dal nuovo art. 22 del Testo Unico sull’Immigrazione ; - la creazione di servizi di di formazione professionale, orientamento al lavoro, mediazione e integrazione sociale in favore dei migranti impiegati nei campi.
“Il documento che illustra queste proposte è stato già fatto pervenire informalmente ad alcuni esponenti politici delle regioni più interessante dal fenomeno e sarà condiviso quanto prima con le controparti istituzionali impegnate nel settore” conclude Oropeza. “Ci auguriamo che i prossimi mesi il dibattito possa ulteriormente svilupparsi, e come OIM resteremo in prima fila per continuare a promuovere la ricerca di soluzioni volte a sostenere il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti vittime di sfuttamento.”