-
Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
Chi siamo
Chi siamo
OIM Global
OIM Global
-
Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
- Dati e risorse
- Agire
- 2030 Agenda
- L'OIM: DARE SEMPRE PRIORITA' ALL'ASSISTENZA ALLE IMBARCAZIONI IN DIFFICOLTA'
CASO "SALAMIS" - L'OIM: DARE SEMPRE PRIORITA' ALL'ASSISTENZA ALLE IMBARCAZIONI IN DIFFICOLTA'
7 agosto 2013 - 81 uomini, 20 donne – tra cui 4 incinte – e un bambino di 5 mesi. Tutti di nazionalità eritrea e sudanese. E’ questa la lista dei migranti che mercoledì il governo italiano ha accettato di accogliere sul proprio territorio dopo l’impasse che aveva bloccato il cargo che li aveva soccorsi, la Salamis, al largo delle acque territoriali maltesi.
CASO "SALAMIS" - L'OIM: DARE SEMPRE PRIORITA' ALL'ASSISTENZA ALLE IMBARCAZIONI IN DIFFICOLTA'
9 agosto 2013 - 81 uomini, 20 donne – tra cui 4 incinte – e un bambino di 5 mesi. Tutti di nazionalità eritrea e sudanese. E’ questa la lista dei migranti che mercoledì il governo italiano ha accettato di accogliere sul proprio territorio dopo l’impasse che aveva bloccato il cargo che li aveva soccorsi, la Salamis, al largo delle acque territoriali maltesi.
I migranti, tutti in buone condizioni grazie all’assistenza fornita a bordo dai componenti dell’equipaggio, sono giunti ieri a Siracusa a bordo della Salamis e - dopo essere stati trasferiti sulla terraferma a piccoli gruppi in quanto il cargo era troppo grande per entrare in porto - sono stati trasferiti nel più vicino centro di accoglienza.
“L’episodio di mercoledì”, afferma José Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento dell’OIM per il Mediterraneo, “ha confermato ancora una volta l’impegno che l’Italia ha profuso per anni nelle attività di accoglienza e nelle operazioni di soccorso rivolte a migranti che arrivano via mare. Quello italiano è stato infatti un gesto dall’alto profilo umanitario, che ha posto termine a uno stallo che durava da troppe ore
“In questi giorni”, continua Oropeza, “stiamo assistendo a un intenso flusso migratorio che interessa tutte le coste del sud Italia. Lampedusa resta il principale punto di arrivo: sono oltre 7.000 gli arrivi registrati dall’inizio dell’anno sull’isola ed è di ieri la notizia di altre morti in mare. Da quanto riportato dai migranti soccorsi la scorsa notte al largo del Canale di Sicilia -103 persone tutte di nazionalità somala – la traversata avrebbe infatti causato due vittime, tra cui un bambino di 8 anni”. “Di fronte a questa situazione ribadiamo ancora una volta che la vera emergenza sbarchi non consista nel numero di persone che cercano di giungere in Italia, ma piuttosto el numero di migranti che ogni anno continua a perdere la vita in mare”, afferma il Direttore OIM.
“Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Marina Militare,” sottolinea Oropeza, “svolgono da anni un intenso e lodevole lavoro effettuando numerosi salvataggi anche a molte miglie di distanza dalle coste italiane, ma il rischio di tragedie in alto mare resta sempre molto alto. Per questo crediamo che anche qualora vi siano incertezze su quale sia lo Stato responsabile di prestare assistenza ai migranti, occorra prima di tutto dare priorità alle operazioni di soccorso nei confronti di persone in difficoltà che rischiano la propria vita in alto mare.”
Secondo le stime più recenti, si calcola che sarebbero circa 20.000 i migranti che hanno perso la vita nel Mediterraneo negli ultimi 20 anni, oltre 2.000 nel solo 2011.
Per informazioni:
OIM: Flavio Di Giacomo, Tel: +39 06 44 186 207, fdigiacomo@iom.int