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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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- L'OIM ROMA: EVITARE IL TRASFERIMENTO NEI CIE DI QUEI MIGRANTI CHE SONO GIA' DETENUTI
L’OIM ROMA: EVITARE IL TRASFERIMENTO NEI CIE DI QUEI MIGRANTI CHE SONO DETENUTI E CHE POSSONO ESSERE IDENTIFICATI IN CARCERE
Roma, 13 aprile 2012 - Identificare già in carcere quei migranti che stanno scontando una condanna ed evitare così che vengano trasferiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) al solo fine di procedere a un’identificazione che poteva esser fatta prima. Questa è la proposta dell’OIM Roma, intesa a evitare che i migranti che hanno già scontato un periodo di detenzione carceraria siano costretti a subire un inutile prolungamento della loro pena nei CIE solo per essere identificati.
L’OIM ROMA: EVITARE IL TRASFERIMENTO NEI CIE DI QUEI MIGRANTI CHE SONO DETENUTI E CHE POSSONO ESSERE IDENTIFICATI IN CARCERE
Procedura utile a evitare un’inutile prolungamento di pena per i migranti e ad allegerire la gestione dei centri
Roma, 13 aprile 2012 - Identificare già in carcere quei migranti che stanno scontando una condanna ed evitare così che vengano trasferiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) al solo fine di procedere a un’identificazione che poteva esser fatta prima.
Questa è la proposta dell’OIM, intesa a evitare che i migranti che hanno già scontato un periodo di detenzione carceraria siano costretti a subire un inutile prolungamento della loro pena nei CIE – in particolare ora che il limite massimo di trattenimento è stato esteso a 18 mesi - solo per essere identificati.
“Si stima che più della metà dei migranti trattenuti nei CIE provengano direttamente dalle carceri, dove però non vengono avviate le procedure di identificazione, delegate alle strutture dei Centri di Identificazione ed Espulsione”, afferma José Angel Oropeza, direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM. “Questa pratica da una parte impone ai migranti che hanno terminato il loro periodo di detenzione in carcere un ulteriore lungo e inutile trattenimento a scopi puramente amministrativi, e dall’altra appesantisce i CIE, dove l’aumento del numero di persone detenute fa salire i costi di mantenimento delle strutture e rende al contempo sempre più difficoltosa la gestione dei centri stessi”.
É da sottolineare che una direttiva del 2007 del Ministro dell’Interno Amato e del Ministro della Giustizia Mastella aveva già previsto che le procedure di identificazione dei migranti detenuti in carcere fossero espletate all’interno delle stesse strutture penitenziarie, in modo da - come citava la direttiva stessa – “evitare le criticità emerse in questi anni in relazione al trattenimento nei Cpt di questi soggetti”
“Ultimamente”, spiega Oropeza, “per ottenere da parte dei consoli dei paesi di origine la documentazione necessaria all’identificazione, i migranti vengono spesso spostati tra vari centri, diventando oggetto di un inutile “rimpallo” che li porta da una parte all’altra d’Italia e che spesso si rivela infruttuoso”.
In Italia sono attualmente attivi 13 Centri di Identificazione ed Espulsione siti in Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia.
Per informazioni:
Flavio Di Giacomo Tel. +39 06 44 186 207, fdigiacomo@iom.int