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Non è mai accettabile obbligare i bambini a fornire impronte digitali e immagini facciali

Non è mai accettabile obbligare i bambini a fornire impronte digitali e immagini facciali

 

DICHIARAZIONE CONGIUNTA

 

Bruxelles, 28 febbraio 2018 -  Come società civile e organizzazioni delle Nazioni Unite esprimiamo la nostra preoccupazione per le proposte  che consentirebbero l’uso della forza al fine della rilevazione delle impronte digitali e delle immagini dei volti dei bambini, contenute nell’attuale bozza di riforma del Sistema Europeo Comune di Asilo.

La nuova proposta EURODAC attualmente al vaglio della Commissione, del Consiglio e del Parlamento europei estende le finalità dell'attuale banca dati dei richiedenti asilo per facilitare l'identificazione dei "cittadini di paesi terzi che soggiornano irregolarmente" mediante l'uso di dati biometrici. Abbassa anche l'età in cui un bambino deve essere registrato: da 14 a 6 anni.

Siamo preoccupati per il fatto che le istituzioni europee stiano discutendo se consentire o meno alle autorità nazionali di usare la coercizione per ottenere le impronte digitali e le immagini dei volti dei bambini. È fuorviante l'affermazione secondo la quale ottenere i dati biometrici anche con la forza è necessario al fine di proteggere i bambini dal rischio di diventare irreperibili, scomparire o di essere sfruttati.
L'identificazione e la registrazione dei minori contribuisce alla loro protezione all'interno e oltre i confini. La procedura deve essere eseguita in modo da rispettare la sensibilità e la protezione dei bambini nell’“interesse superiore del minore”, che deve sempre essere il primo criterio da prendere in considerazione, in conformità  con l'Articolo 3 della Convenzione sui diritti dell'infanzia (CRC). Siamo d'accordo con l'opinione dell'Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali e con l'orientamento del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, secondo cui la raccolta e l'uso dei dati dei bambini possono essere giustificati solo se si persegue un chiaro obiettivo di protezione dei bambini stessi.

Tuttavia, anche se ciò fosse fatto con l’obiettivo di proteggere i minori, la coercizione esercitata in qualunque forma sui bambini, nel contesto di procedure legate alla migrazione, viola quei diritti che gli Stati Membri dell’Unione Europa si sono impegnati a rispettare e a sostenere.

Coloro che lavorano con i bambini lungo le frontiere dell’Unione Europea confermano che il modo migliore per facilitare la registrazione dei minori è l’impiego di operatori esperti nell’assistenza all’infanzia e nella protezione, che spieghino loro i diritti di cui godono e presentino loro le procedure in modo appropriato e comprensibile. Ciò richiede la costruzione di un rapporto di fiducia e la realizzazione di dispositivi volti a fornire un’accoglienza e un’assistenza adeguata per i bambini.

Nel caso di minori non accompagnati, tutori appositamente formati dovrebbero essere immediatamente nominati per accertare che il processo di rilevamento delle impronte digitali si svolga in un contesto appropriato e in linea con l’interesse superiore dei minori stessi, come disposto dall’Articolo 3 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell'Infanzia.

Esortiamo il Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo e la Commissione Europea a ritenere indenni tutti i bambini, indipendentemente dall’età, da qualunque forma di coercizione all’interno del regolamento EURODAC, nel rispetto della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, approvata dalle Nazioni Unite.

 

Firmatari: UNHCR, UNICEF, OHCHR Regional Office for Europe, OIM, Save the Children, Missing Children Europe, Terre des Hommes, World Vision, Caritas Europe, Danish Refugee Council, International Commission of Jurists, PICUM, Child Focus, Act Alliance, CIRE, CNCD-11.11.11, Flemish Refugee Action, Kopin, The Smile of the Child, European Evangelical Alliance, Centre for Missing and Exploited Children, Astra

 

NOTA: La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia (UN CRC) afferma che ogni essere umano di età inferiore ai diciotto anni è da considerarsi un bambino (art. 1). Gli Stati parte della Convenzione sono chiamati ad adottare misure appropriate per proteggere i bambini da ogni forma di violenza fisica o mentale (art. 19.1) e nessun bambino deve essere privato della propria libertà in maniera illegale o arbitraria (art. 37). La Commissione sui Diritti dell’Infanzia ha affermato che “nessuna violenza ai danni dei bambini è giustificabile; qualsiasi violenza contro i bambini è evitabile”, dove il concetto di violenza comprende sia la violenza fisica sia quella mentale (General comment No. 13). La Commissione ha inoltre chiarito che “la detenzione di un bambino come conseguenza dello status migratorio dei genitori costituisce una violazione dei diritti dei minori e viola il principio dell’interesse superiore del minore stesso. Sia la Convenzione della Nazioni Unite sia la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea affermano che l’interesse superiore del minore deve essere la considerazione principale in tutte le azioni che riguardano i bambini (art. 3 Convenzione, art. 24.2 Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea).