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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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Nuovo rapporto dell'OIM sul numero di migranti che perdono la vita nel mondo
L’OIM, attraverso il lavoro del Global Migration Data Analysis Centre (Centro di Analisi di Dati sulla Migrazione Globale) di Berlino, ha pubblicato un nuovo rapporto sui migranti morti e dispersi nel mondo.
Dal 2014, l’OIM ha registrato più di 23.000 migranti morti e dispersi nel mondo. Il numero è potenzialmente molto più alto, dal momento che molte morti non vengono registrate.
Questo rapporto costituisce il terzo volume della serie Fatal Journeys (Viaggi Fatali) dell’OIM, e si concentra sulle modalità per migliorare i dati sui migranti dispersi per evitare ulteriori morti e per permettere alle famiglie di rimanere informate sul destino dei loro familiari. Pochissimi corpi di migranti che muoiono durante il viaggio vengono indentificati e molte famiglie continuano a passare anni in una sorta di limbo, senza sapere se un loro caro è vivo o morto.
Il terzo volume di Fatal Journeys dal titolo Migliorare i dati sui migranti dispersi, è pubblicato in due parti: la prima parte, pubblicata oggi, presenta le sfide nel raccogliere dati sui migranti dispersi; la seconda parte, che sarà pubblicata a novembre, fornisce delle analisi regionali approfondite sui dati al momento disponibili.
Il primo capitolo del terzo volume di Fatal Journeys – Prima parte fornisce un aggiornamento dei dati sulle vittime nell’ambito della migrazione globale dal 2014, e sottolinea i rischi che affrontano donne e bambini. I dati raccolti dal progetto dell’OIM Missing Migrants, l’unico database esistente che riporta i dati delle morti dei migranti a livello globale, vengono usati per presentare i numeri conosciuti e i profili dei migranti morti e dispersi nelle diverse regioni del mondo.
Un numero crescente di fonti innovative di dati sui migranti dispersi potrebbe essere utilizzato per migliorare i dati sugli incidenti mortali che riguardano i migranti. Per esempio, un capitolo del rapporto dimostra che l’analisi di big data può fornire una comprensione migliore del contesto delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Altri approcci, come per esempio sondaggi ai migranti che hanno assistito alla morte di altri, possono perfezionare i dati nelle regioni dove al momento è registrato un numero limitato di morti.
Il rapporto pone l’accento sul fatto che c’è ancora molto da fare nella raccolta dati al fine di aumentare il tasso di identificazione. Tra le altre cose si dovrebbe sviluppare un meccanismo intra regionale per condividere i dati in maniera più efficace. Uno degli approcci evidenziati nel report è il lavoro delle squadre forensi in America Latina, che hanno lavorato insieme alle ONG e ai governi per facilitare la condivisione di dati per l’identificazione dei migranti dispersi.
Migliorare i dati sui migranti dispersi richiede inoltre pratiche più meditate e pianificate nell’ uso e nella comunicazione di tali dati. Raccogliere dati sui migranti dispersi non è sufficiente se non vengono interpretati e presentati accuratamente e in modo equilibrato. Il rapporto sottolinea che i problemi nella comunicazione di dati possono anche essere osservati nella copertura globale dei mezzi di comunicazione sui migranti morti e dispersi. Gli standard attuali sulla copertura dei mezzi di informazione variano ampiamente e il tono dei contenuti spazia dall’ interesse umanitario alla riproduzione di una narrazione negativa sulla migrazione.
L’inclusione della migrazione nell’ Agenda Globale 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, e l’impegno degli Stati a promuovere una migrazione sicura, ordinata e regolare, richiede dati più accurati sugli indicatori di “migrazione rischiosa”. Migliorare l’informazione e il reporting su chi sono questi migranti dispersi, da dove vengono, e soprattutto quando sono maggiormente a rischio, è fondamentale per sviluppare una risposta olistica al fine di ridurre il numero delle morti dei migranti. Il terzo volume di Fatal Journeys è stato finanziato dal Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale del Regno Unito e può essere trovato a questo link: https://publications.iom.int/books/fatal-journeys-volume-3-part-1-improving-data-missing-migrants.
Per maggiori informazioni, si prega di contattare:
Julia Black, Missing Migrants Project in Berlin, Tel: +49 30 278 778 27, Email: jblack@iom.int
Frank Laczko, IOM Global Migration Data Analysis Centre in Berlin, Tel: + 49 30 278 778 20, Email: flaczko@iom.int