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L'OIM: POTREBBERO ESSERE CENTINAIA LE PERSONE MORTE IN MARE IN QUESTI GIORNI.

staffoim-augusta.jpg19 luglio 2014 - Secondo le testimonianze rese in queste ore dai migranti agli operatori del progetto Praesidium presenti nei luoghi di sbarco potrebbero essere diverse centinaia le persone che in questi ultimi giorni avrebbero perso la vita in mare nel tentativo di giungere in Europa.Tra ieri e oggi sono stati registrati oltre 5200 arrivi e si calcola che le vittime di naufragi e avvelenamenti da monossido di carbonio potrebbero essere oltre 100, mentre molti di più sarebbero i dispersi: 60 persone al largo della Libia a cui purtroppo si potrebbero aggiungere le 240 persone di nazionalità eritrea che, stando ai racconti di molti testimoni e familiari, sarebbero partite sempre dalla Libia lo scorso 27 giugno e mai arrivate a destinazione né soccorse in alto mare.

 

  POTREBBERO ESSERE CENTINAIA LE PERSONE MORTE IN MARE IN QUESTI GIORNI. L'OIM: APRIRE CANALI UMANITARI PER CHI CERCA PROTEZIONE


19 luglio -  Secondo le testimonianze rese in queste ore dai migranti agli operatori del progetto Praesidium* presenti nei luoghi di sbarco potrebbero essere diverse centinaia le persone che in questi ultimi giorni avrebbero perso la vita in mare nel tentativo di giungere in Europa.

Tra ieri e oggi sono stati registrati oltre 5200 arrivi e si calcola che le vittime di naufragi e avvelenamenti da monossido di carbonio potrebbero essere oltre 100, mentre molti di più sarebbero i dispersi: 60 persone al largo della Libia a cui purtroppo si potrebbero aggiungere le 240 persone di nazionalità eritrea che, stando ai racconti di molti testimoni e familiari, sarebbero partite sempre dalla Libia lo scorso 27 giugno e mai arrivate a destinazione né soccorse in alto mare.

staffoim-augusta.jpg"Si tratta di un bilancio pesantissimo", sottolinea José Angel Oropeza, direttore dell'Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). "Siamo costretti ancora una volta a commentare un drammatico susseguirsi di tragici eventi, per cui esprimiamo il nostro più profondo cordoglio."

"Di fronte a questa ennesima tragedia",  afferma Oropeza, "credo sia necessario cominciare a spostare l'attenzione dell'opinione pubblica dal mero calcolo relativo agli arrivi quotidiani - dato statistico che cela la vera portata di quanto sta accadendo nel Mediterraneo - alla dimensione personale di questi avvenimenti. Chiediamoci non quanti sono, ma chi sono le persone che cercano di raggiungere le nostre coste: uomini e donne, - spesso molto giovani - bambini, famiglie, che partono dal loro paese perchè in fuga da guerre e persecuzioni, ma anche perchè a volte spinti dalla povertà o dalla fame. Persone che sperano di migliorare la loro vita e che invece spesso incontrano una morte atroce, annegati in mare o sepolti e soffocati nella stiva di una imbarcazione fatiscente, fornita loro da criminali senza scrupoli che si arricchiscono mandando la gente a morire nelle acque del Canale di Sicilia."

"Quanto accaduto in questi giorni dimostra da una parte come i viaggi siano sempre più pericolosi e i barconi siano riempiti all'inverosimile, e dall'altra come Mare Nostrum, che tante morti ha evitato, deve sì continuare ma non può restare la sola soluzione in campo. Si parla da mesi di affiancare a Mare Nostrum altre iniziative, volte a fornire alternative a chi si imbarca in mare. Tra queste, la principale è l'apertura di canali umanitari e di entrata legale in Europa per coloro che hanno diritto ad accedere a una qualche forma di protezione. Nulla però è ancora stato fatto. A tutti gli stati membri dell'UE, ai paesi di transito, alla comunità internazionale, a tutti coloro che possono fare qualcosa, comprese noi organizzazioni internazionali, noi diciamo: facciamo in fretta, il tempo dell'attesa è finito. Solo muovendoci subito possiamo sperare di dare un'inversione di rotta a questa emergenza umanitaria e di evitare nuovi stragi."

* L'OIM è presente a Lampedusa, in Sicilia e in Puglia nell'ambito di Praesidium, un progetto finanziato dal Ministero dell’Interno italiano e dall'Unione Europea  realizzato insieme a UNHCR, Save The Children e Croce Rossa italiana.

 

              

Per informazioni:

Flavio Di Giacomo (OIM Roma)  + 39  06 44 186 207 - email: fdigiacomo@iom.int