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- UN TEAM DELL'OIM A FOGGIA PER VERIFICARE LE CONDIZIONI LAVORATIVE DEI MIGRANTI A FOGGIA

UN TEAM DELL’OIM A FOGGIA PER VERIFICARE LE CONDIZIONI LAVORATIVE
DEI MIGRANTI IMPIEGATI NEL SETTORE AGRICOLO

foggia.jpg17 febbraio 2012 - Un team dell’OIM ha incontrato ieri alcuni migranti soggiornanti nei pressi di Foggia insieme all’Assessore alle Politiche per l'immigrazione della Regione Puglia, Nicola Fratoianni, e la rappresentante dell’Associazione “Comitato per il Centro sociale”, Domenica D’Amico. Nel corso dei colloqui avuti con i migranti, per la maggior parte provenienti da Ghana e Costa d’Avorio, ci si è  trovati di fronte a quelli che appaiono essere dei casi di sfruttamento lavorativo.

 
UN TEAM DELL’OIM IN VISITA A FOGGIA PER VERIFICARE LE CONDIZIONI LAVORATIVE
DEI MIGRANTI IMPIEGATI NEL SETTORE AGRICOLO
 
 

Un team dell’OIM ha incontrato ieri alcuni migranti soggiornanti nei pressi di Foggia insieme all’Assessore alle Politiche per l'immigrazione della Regione Puglia, Nicola Fratoianni, e la rappresentante dell’Associazione “Comitato per il Centro sociale” Domenica D’Amico.

La visita ha avuto lo scopo di verificare quanto già nelle settimane scorse era stato segnalato da alcuni migranti ai funzionari dell’OIM che lavorano in Puglia nell’ambito del Progetto Praesidium, finanziato dal Ministero dell’Interno e realizzato insieme a UNHCR, Save the Children e Croce Rossa italiana.

foggia.jpg“Nel corso dei colloqui avuti dal nostro team con i migranti, per la maggior parte provenienti da Ghana e Costa d’Avorio, ci siamo trovati di fronte a quelli che appaiono essere dei casi di sfruttamento lavorativo”, afferma José Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM. “Molti di loro, circa una quarantina, hanno infatti raccontato come abbiano lavorato per molti mesi - da gennaio a giugno 2011 - nei campi del foggiano in località Stornarella, senza ricevere alcun compenso, nonostante le promesse di pagamento da parte dei datori di lavoro.”

Molti dei migranti coinvolti non sono in possesso di un permesso di soggiorno, motivo per cui non tutti hanno avuto il coraggio di ribellarsi e di protestare. Alcuni però si sono recati da Foggia in Campania, dove hanno denunciato l’accaduto al CSA Ex Canapificio di Caserta, il quale a sua volta ha poi presentato denuncia presso la procura di Santa Maria Capua Vetere.

“Dai racconti che abbiamo ascoltato”, spiega Oropeza, “emergono dettagli su orari e condizioni di lavoro durissimi. Ma le storie assumono a volte contorni anche più gravi: è il caso di un uomo che, dovendo affrontare delle spese urgenti a seguito dell’improvvisa morte della moglie, ha chiesto di ricevere il suo compenso e che come risposta ha ricevuto maltrattamenti e minacce di violenza fisica”.

“Alla luce di quanto emerso finora”, conclude Oropeza, “stiamo valutando la possibilità di raccogliere, insieme all’Assessore Fratoianni e al CSA dell’ex-Canapificio di Caserta, ulteriori informazioni e coinvolgere le autorità competenti al fine di cercare di offrire protezione – ex art 18 T.U sull’immigrazione – a quei migranti disposti a denunciare l’accaduto, anche in considerazione dell’imminente recepimento in Italia della direttiva europea che aumenta le pene nei confronti datori di lavoro che sfruttano migranti irregolari.”


 

Per informazioni:

Flavio Di Giacomo Tel. 0039  06  44 186 207,  fdigiacomo@iom.int