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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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- VISITA DEL PAPA A LAMPEDUSA
L'OIM: LA VISITA DEL PAPA A LAMPEDUSA HA SPOSTATO L'ATTENZIONE MEDIATICA DAI NUMERI ALL'EMERGENZA UMANITARIA
11 luglio 2013 - “La visita del Papa a Lampedusa ha spostato l’attenzione mediatica dai numeri alle persone, dando la priorità a quella che è la vera emergenza del Mediterraneo, ossia quella delle troppe vite perse in mare”. Questo il primo commento del Direttore dell’Ufficio di Coordinamento OIM per il Mediterraneo, Josè Angel Oropeza, a pochi giorni dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa.
L'OIM: LA VISITA DEL PAPA A LAMPEDUSA HA SPOSTATO L'ATTENZIONE MEDIATICA DAI NUMERI ALL'EMERGENZA UMANITARIA
11 luglio 2013 - “La visita del Papa a Lampedusa ha spostato l’attenzione mediatica dai numeri alle persone, dando la priorità a quella che è la vera emergenza del Mediterraneo, ossia quella delle troppe vite perse in mare”.
Questo il primo commento del Direttore dell’Ufficio di Coordinamento OIM per il Mediterraneo, Josè Angel Oropeza, a pochi giorni dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa.
Questo il primo commento del Direttore dell’Ufficio di Coordinamento OIM per il Mediterraneo, Josè Angel Oropeza, a pochi giorni dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa.
Il direttore OIM, che ha avuto occasione di incontrare il Papa durante la visita sull’isola delle Pelagie, sottolinea come quello di lunedì sia stata “un evento destinato ad aprire gli occhi e il cuore a tantissime persone che hanno la responsabilità di prendere decisioni rispetto all'accoglienza e alla tutela dei diritti dei migranti”
“Occorre ricordare” afferma Oropeza “come a Lampedusa arrivino tanti gruppi vulnerabili – richiedenti asilo, vittime di tratta, minori non accompagnati – cui la legge italiana può offrire protezione e tutela, e anche persone che fuggono da povertà e fame. E’ responsabilità di noi tutti, come dice Papa Francesco, trovare la capacità di rispondere in maniera solidale a chi proviene da situazioni tanto disperate.”
“La critica lanciata dal Papa alla globalizzazione dell’indifferenza”, continua Oropeza, “è stato un appello, rivolto all’Europa e al mondo, per cominciare a pensare in modo diverso al fenomeno dell’immigrazione, finora gestito in un ottica per lo più securitaria e con troppa poca solidarietà, motivo per il quale lo stesso Papa ha chiesto perdono. Le sue devono essere per noi parole di stimolo al cambiamento.”
L’OIM è presente a Lampedusa dal 2006, insieme UNHCR, Save the Children e Croce Rossa italiana, e si occupa, nell’ambito del Progetto Praesidium finanziato dal Ministero dell’Interno, di monitorare il buon andamento delle procedure di accoglienza all’arrivo dei migranti, fornendo un servizio di counseling legale anche in momenti di grande difficoltà.
E lunedì è stato proprio il personale dell’OIM presente sull’isola ad accompagnare - insieme ai colleghi di Praesidium - una parte dei migranti ospitati nel Centro di Primo Soccorso al Molo Favarolo, dove hanno incontrato il Papa.
Una visita che ha avuto luogo in giorni caratterizzati dall’arrivo di numerosi migranti: con gli ultimi sbarchi in tutto il sud Italia sono arrivate ormai più di 8.000 persone dall’inizio dell’anno, circa il doppio rispetto all’anno scorso.
“Un numero importante”, osserva Oropeza, “ma che, dati alla mano, non si discosta dalla media registrata negli anni passati. Occorre infatti ricordare che gli arrivi via mare rappresentano non più del 15-20 per cento del totale degli arrivi irregolari che interessano l’Italia. Non si tratta di un’emergenza in termini di numeri quindi, ma di un’urgenza essenzialmente umanitaria.”
Gli ultimi arrivi sono stati caratterizzati da un aumento dei casi di migranti che, avendo parenti e amici in altri paesi europei, rifiutano di farsi identificare per evitare le conseguenze del regolamento europeo Dublino II, secondo il quale le domande di protezione internazionale debbano essere esaminate esclusivamente nel primo stato membro dove arrivano i migranti, quindi nel loro caso l’Italia. Un regolamento che vieta loro di raggiungere i paesi di residenza dei loro familiari e amici.
“Pur sostenendo la necessità di rispettare i regolamenti europei”, osserva il direttore OIM, “il desiderio di raggiungere i propri cari è umanamente comprensibile e, proprio partendo dallo spirito di apertura e solidarietà lanciato dal Papa, si potrebbero cominciare a prevedere delle modifiche a questo regolamento almeno per quelle situazioni più delicate che vedono come protagonisti casi particolarmente vulnerabili (casi medici, minori, ecc.)”.