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4 marzo 2011


CONTINUANO LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE DI MIGRANTI IN FUGA DALLA LIBIA

oimbangladesh.jpg4 marzo 2011 -  L'OIM ha evacuato ieri più di 640 migranti dalla città di Bengasi. Altri 300 migranti saranno evacuati oggi. I migranti africani che stanno passando il confine stanno intanto cominciando a descrivere il duro trattamento subito in Libia in questi giorni.

 
COMUNICATO STAMPA
 

CONTINUANO LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE DI MIGRANTI IN FUGA DALLA LIBIA
 

Libia 4 marzo 2011-Più di 640 migranti sono stati evacuati ieri 3 marzo dalla città di Bengasi. I migranti, tutti originari del Bangladesh, sono stati trasferiti via terra dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) - con l’accompagnamento di una scorta della Mezzaluna Rossa libica -  verso Sallum al confine con l’Egitto, dove l’OIM sta fornendo ai migranti cibo, acqua, cure mediche e altri servizi. Il team dell’OIM si occuperà di organizzare, nei prossimi giorni, il loro ritorno a casa.

Altri 300 migranti saranno invece evacuati oggi.  Tra di loro 40 persone originarie dell’Africa Occidentale che si trovano in una situazione di particolare vulnerabilità. Infatti, temendo per la loro vita e preoccupati per le crescenti violenze contro i migranti provenienti dall’Africa Sub-Sahariana, e quindi disposti a tutto per lasciare la Libia, hanno pagato un trafficante di persone per farsi portare in Egitto in un TIR frigorifero.oimbangladesh.jpgAltri 300 migranti saranno invece evacuati oggi. Tra di loro 40 persone originarie dell’Africa Occidentale che si trovano in una situazione di particolare vulnerabilità. Infatti, temendo per la loro vita e preoccupati per le crescenti violenze contro i migranti provenienti dall’Africa Sub-Sahariana, e quindi disposti a tutto per lasciare la Libia, hanno pagato un trafficante di persone per farsi portare in Egitto in un TIR frigorifero.
 

Nei giorni scorsi lo staff dell’OIM ha localizzato molte migliaia di lavoratori migranti di diverse nazionalità nel porto di Bengasi e in vari magazzini nelle vicinanze. Tra di loro migranti bengalesi, indiani e sudanesi.  Stamattina altri 500 migranti del Bangladesh sono arrivati, nel giro di due ore, nella zona del porto.

 
Mentre continuano gli sforzi per evacuare le persone rimaste bloccate all’interno della Libia, l’OIM ha trasferito ieri 823 egiziani da Djerba al Cairo. Oggi altri 3.633 cittadini egiziani seguiranno lo stesso percorso. Una imbarcazione noleggiata dall’OIM, che aveva lasciato il porto di Sfax nelle prime ore di mercoledì mattina, è arrivata nel frattempo ad Alessandria, con a bordo altri 1.450 egiziani. Dal 7 marzo, l’OIM è riuscita a evacuare, dalla Tunisia, circa 14.858 egiziani.

Altri due voli organizzati dall’OIM e previsti in giornata porteranno a Daka 346 bengalesi.

Un numero sempre più alto di bengalesi, la cui presenza in Libia è stimata essere di circa 63.000 unità, sta riuscendo a varcarei confini del paese. Lo staff dell’OIM a Ras Adjir informa che circa 6.000 bengalesi, già arrivati in Tunisia, hanno deciso di mettersi in camminare oggi verso il campo dell’UNHCR, distante 8 km. I migranti, incolonnati per 5 km, cercano di portarsi dietro quello che possono dei loro effetti personali. Alcuni  ragazzi hanno affermato di aver camminato da Tripoli fino al confine tunisino.

Dai migranti africani che stanno attraversando il confine cominciano invece ad arrivare le descrizioni del duro trattamento subito in Libia in questi giorni. Alcuni eritrei hanno raccontato all’OIM che, lungo i 160 km che separano Tripoli dal confine tunisino, sono stati fermati 20 volte e privati di tutto il loro denaro e dei loro averi. Un migrante del Ciad ha confermato il crescente clima di violenza che ha caratterizzato le notti di Tripoli e che ha causato un’atmosfera di terrore per i migranti rimasti in città.

In Egitto, dove l’OIM sta registrando e assistendo i migranti presenti al confine di Sallum, sono stati evacuati dall’Organizzazione 1.079 migranti, tra cui molti bengalesi ma anche ganesi, maliani e filippini,

In Niger, dove l’OIM - grazie a fondi allocati dal Mistero dell’Interno italiano per il suo funzionamento - gestisce un centro di transito e accoglienza a Dirkou, ci si sta preparando all’imminente arrivo di altri 534 migranti africani che sono giunti ieri nell’area di confine di Madama. Oltre a questi ultimi, altri 2.500 migranti Sub-Sahariani sono a Tumo, a circa 80 Km da Madama. La maggior parte di coloro che hanno varcato il confine tra Niger e Libia sono cittadini nigerini ma l’OIM pensa che, tra i 2.500 migranti di Tumo, ci siano anche persone di altre nazionalità.

Il Centro, oltre a essere una struttura ricettiva di prima accoglienza, rappresenta anche un luogo dove poter fornire cibo e cure mediche di base. Al momento vi sono ospitati altri 59 migranti tra cui 4 donne e 4 bambini. Tra di loro anche 2 maliani.

Dall’inizio della crisi 1.154 nigerini sono transitati per il Centro di Dirkou e sono poi stati trasferiti, con il supporto dell’OIM, ad Agadez. Un piano per ampliare la capienza del centro - che ora può ospitare 400 persone - è in fase di realizzazione allo scopo di poter essere in grado di prestare assistenza al grande numero di persone che si stanno dirigendo verso Dirkou.

Alla luce dell’aumento del numero di persone che giornalmente fuggono dalla Libia, l’OIM lancerà un nuovo appello lunedì prossimo 7 marzo, nell’ambito dei cosiddetti “Flash Appeal” delle Nazioni Unite . La decisione è stata presa anche in seguito alla incoraggiante risposta ricevuta dall’appello congiunto OIM-UNHCR di qualche giorno fa. Le due organizzazioni hanno preparato un programma di evacuazione congiunto volto ad aumentare gli sforzi necessari ad alleviare la crisi umanitaria lungo il confine tunisino e egiziano.


 

Per ulteriori informazioni:

A Roma: Flavio Di Giacomo, Tel. +39 06 44186207 Email: fdigiacomo@iom.int 
A Ras Adjir/Djerba, Tunisia: Jean Philippe Chauzy, Tel: +41 79 285 4366 Email: pchauzy@iom.int
Ad Alexandria/Salum, Egypt: Chris Lom, Tel: + 20101761.308. Email: clom@iom.int

A Ginevra: Jemini Pandya Tel: + 41 22 717 9486/+41 79 217 3374 email: jpandya@iom.int