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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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OIM, UNHCR e UNICEF commemorano l’undicesimo anniversario del tragico naufragio al largo di Lampedusa e chiedono di rafforzare il sistema di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale a livello europeo
L’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati e l’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, sono presenti oggi a Lampedusa per commemorare l’undicesima Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, istituita per ricordare i 368 rifugiati e migranti morti nel tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013.
Negli ultimi 11 anni sono oltre 30.000 le vittime registrate dal 2014 ad oggi, di cui quasi 24.000 lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, che si conferma come una delle rotte più pericolose a livello globale. Solo nel 2024, già oltre 1.229 persone hanno perso la vita lungo questa rotta. Tra loro molte persone di minore età, tra cui neonati e bambini e adolescenti che viaggiano da soli, senza figure adulte di riferimento.
Molte delle persone che affrontano questi viaggi sono in fuga da conflitti, povertà estrema, discriminazioni e violenze subite nei paesi di transito o di prima destinazione, ma anche dall’impatto devastante dei cambiamenti climatici. Tentano la traversata partendo dalla Tunisia a bordo di barchini di ferro, o con pescherecci dalla Libia, imbarcazioni sempre inadatte alla navigazione ed estremamente pericolose.
Queste tragedie sono evitabili, e la necessità di fornire una risposta significativa non può essere più rimandata. Salvare vite umane non è un’opzione. È un obbligo legale. È un imperativo morale.
Sollecitiamo sforzi ulteriori a livello europeo per rafforzare la cooperazione in operazioni coordinate di ricerca e soccorso a supporto del prezioso lavoro salvavita della Guardia Costiera italiana in uno spirito di condivisione delle responsabilità e solidarietà tra i paesi di primo approdo. Esortiamo inoltre gli Stati ad ampliare percorsi sicuri e regolari come i corridoi umanitari, universitari e lavorativi, le evacuazioni di emergenza ed il programma di reinsediamento per chi cerca protezione e asilo, per le persone più vulnerabili, o per chi desidera ricongiungersi con i propri familiari, al fine di ridurre la dipendenza dalle pericolose traversate via mare in mano a trafficanti senza scrupoli.
L’OIM, l’UNHCR e l’UNICEF continuano a essere presenti sul campo con attività nei principali luoghi di approdo e transito con l’obiettivo di salvare vite umane e garantire i diritti fondamentali della persona. Le organizzazioni rinnovano inoltre l’impegno a collaborare con le autorità nazionali e locali per cercare soluzioni sostenibili alla crisi umanitaria nel Mediterraneo.
Per informazioni:
Flavio Di Giacomo, Portavoce Ufficio di Coordinamento OIM per il Mediterraneo
fdigiacomo@iom.int | +39 3470898996