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7 Luglio 2009

Comunicato Stampa
Reato di "immigrazione clandestina" - L'OIM:  tutelare i migranti a rischio di abusi e sfruttamento

Roma 7 luglio 2009
 

Le conseguenze del reato di “clandestinità”
L’OIM: tutelare i migranti a rischio di abusi e sfruttamento
La negazione di alcuni diritti fondamentali e l’impossibilità di accedere a servizi di base potrebbero causare gravi forme di esclusione sociale


L’introduzione del reato di immigrazione clandestina, compreso nel DDL 733-B approvato al Senato, potrebbe, nella sua applicazione pratica, ledere alcuni diritti fondamentali della persona e rendere i migranti irregolari soggetti ad abusi e sfruttamento da parte di persone o organizzazioni criminali.

E’ quanto affermato dall’OIM Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, secondo cui la mancata garanzia di alcuni diritti rischia di portare a un fenomeno di “ghettizzazione”e, al contempo, potrebbe incoraggiare potenziali atteggiamenti xenofobi e razzisti nei confronti degli stranieri.

“Il nuovo reato”, afferma Peter Schatzer, Capo Missione dell’OIM in Italia, “sanzionerà sia l’entrata sia la permanenza irregolare in Italia e,  in quanto reato permanente e/o continuato,  interesserà gli oltre 650.000 migranti irregolari che al momento si stima siano già  presenti sul territorio italiano. Persone che per la maggior parte già lavorano -  impiegate non solo come assistenti familiari ma anche in altri numerosi settori dell’economia italiana (tra cui ad esempio l’agricoltura) - e che non hanno la possibilità di  regolarizzarsi.”

“Il nuovo provvedimento”, continua Schatzer, “inciderà profondamente sulla vita quotidiana dei migranti, andando a limitare in particolare l’esercizio di fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione Italiana quali la tutela della maternità e dell’infanzia laddove sarà impossibile la registrazione anagrafica o l’iscrizione scolastica del figlio del migrante privo di permesso di soggiorno”.

Permane altresì la preoccupazione per il pericolo di denuncia da parte del medico, incaricato di pubblico servizio, dei migranti che chiedano assistenza sanitaria laddove sprovvisti di documenti, andando cosi a ledere la tutela del diritto alla salute del singolo e cagionando un serio pericolo per la salute pubblica.

Un elemento che suscita ulteriore preoccupazione riguarda l’obbligo di presentare il permesso di soggiorno per poter effettuare trasferimenti di denaro all’estero.  “Una norma”, sottolinea il Capo Missione dell’OIM, “che renderà più difficile l’invio di rimesse nei paesi di origine e che favorirà la creazione di canali di trasferimento difficilmente controllabili e a volte anche illegali.”

L’OIM si augura che l’entrata in vigore del nuovo provvedimento possa essere accompagnata da misure intese a limitare quanto più possibile l’insorgere di abusi nei confronti di quei migranti privati della possibilità di accedere a molti servizi di base.

Allo stesso tempo, si sottolinea la necessità di offrire canali d’ingresso regolare alle persone che nonostante la crisi continueranno ad essere richieste dal mercato del lavoro italiano, al fine di evitare che siano costrette ad accettare un impiego in nero e a subire situazioni di sfruttamento.

 





Per informazioni: Ufficio Stampa OIM Tel.:  +39 06 44 186 207  e-mail: fdigiacomo@iom.int