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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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ICS, UNHCR e OIM esortano gli Stati a porre fine alla crisi umanitaria a bordo di una nave nel Mediterraneo
Ginevra 7 settembre - L’International Chamber of Shipping (ICS), l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e l’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, chiedono lo sbarco immediato di 27 persone soccorse e bloccate a bordo di una nave cargo. Il gruppo, di cui fanno parte un bambino e una donna incinta, è sotto shock, trovandosi ormai a bordo della Maersk Etienne da oltre un mese.
I governi si sono rifiutati di autorizzare il comandante della nave a far sbarcare i migranti e i rifugiati fuggiti dalla Libia, violando il diritto internazionale. I membri dell’equipaggio condividono cibo, acqua e coperte coi naufraghi soccorsi. Tuttavia, non sono opportunamente formati né in grado di assicurare assistenza medica a quanti ne abbiano necessità. Le imbarcazioni mercantili non costituiscono un ambiente sicuro per queste persone vulnerabili, le quali devono essere condotte immediatamente presso un porto sicuro.
In una lettera al Segretario Generale, l’ICS si è appellata all’Organizzazione marittima internazionale affinché intervenisse con urgenza per “mandare un chiaro messaggio ribadendo che gli Stati devono garantire che i casi di ricerca e soccorso in mare siano risolti conformemente alla lettera e allo spirito del diritto internazionale”.
Il diritto e le convenzioni marittime internazionali prevedono obblighi chiari a carico delle imbarcazioni e degli Stati costieri volti ad assicurare che le persone alla deriva siano soccorse e prontamente fatte sbarcare in un luogo sicuro. La Maersk Etienne ha onorato tali obblighi, ma ora si ritrova nel mezzo di un gioco diplomatico in cui tutti scaricano le proprie responsabilità.
“L’assenza di un meccanismo di sbarco chiaro, sicuro e strutturato a beneficio delle persone soccorse nel Mediterraneo continua a mettere a rischio vite umane”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’OIM, António Vitorino.
“OIM e UNHCR si appellano da tempo agli Stati affinché abbandonino l’attuale approccio che prevede l’adozione di accordi ad hoc e istituiscano uno schema per cui gli Stati costieri si assumano pari responsabilità nell’assicurare un porto sicuro, e al quale gli altri Stati membri UE diano seguito mostrando solidarietà”.
“Le condizioni a bordo si stanno rapidamente deteriorando e non possiamo più restare ad assistere inerti mentre i governi ignorano il dramma di queste persone”, ha dichiarato Guy Platten, Segretario Generale dell’ICS. “Non è la prima volta che ciò accade ed è necessario che i governi adempiano i propri obblighi. Il tempo stringe e la responsabilità di garantire l’incolumità e la sicurezza di queste persone spetta senza ombra di dubbio ai ministri di questi governi. Questa situazione non riguarda il COVID. Si tratta molto semplicemente di una questione umanitaria”.
“Il settore del trasporto marittimo prende estremamente seriamente i propri obblighi legali e umanitari di assistere le persone alla deriva, e ha lavorato duramente per assicurare che gli equipaggi delle navi si facciano trovare quanto più possibile preparati quando si presenta loro la possibilità di dover condurre soccorsi in mare su larga scala. Tuttavia, le navi mercantili non sono progettate né attrezzate a tale scopo, ed è necessario che gli Stati facciano la propria parte”, ha dichiarato Guy Platten.
“Il soccorso in mare rappresenta un imperativo umanitario basilare”, ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “La Maersk Étienne ha adempiuto i propri obblighi marittimi ed evitato che si perdessero altre vite nel Mediterraneo. La UE e gli Stati membri ora devono fare la propria parte per portare a compimento queste vitali operazioni di salvataggio consentendo alle persone soccorse di sbarcare, e dovrebbero, inoltre, mostrare solidarietà reciproca, in particolare mediante l’adozione di un meccanismo efficace e strutturato di ricollocamento”.
Quello in cui è coinvolta la Maersk Etienne è il terzo caso in cui, quest’anno, una nave mercantile è rimasta bloccata al largo assicurando assistenza a persone soccorse in mare. A maggio, il viaggio della Marina era stato ritardato di sei giorni prima di far sbarcare le 80 persone soccorse che si trovavano a bordo, mentre a luglio la Talia aveva ritardato di quattro giorni il proprio itinerario per assicurare assistenza a 50 persone, prima che fosse loro consentito di sbarcare in un porto sicuro. Quest’ultimo caso testimonia come la situazione si sta aggravando.
Per informazioni:
ICS: Duncan Bray: Tel.: +44 797 222 4445/+44 (0) 208 638 8753, ICS@woodrowcommunications.com
OIM Ginevra: Safa Msehli, +41794035526, smsehli@iom.int
UNHCR Ginevra: Charlie Yaxley, +41 79 580 8702, yaxley@unhcr.org
Ufficio Stampa Maersk Tankers: Kis Søgaard: kis.soegaard@maersktankers.com