-
Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
Chi siamo
Chi siamo
OIM Global
OIM Global
-
Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
- Dati e risorse
- Agire
- 2030 Agenda
Mediterraneo Centrale: il numero di morti registrato nei primi 3 mesi dell’anno è il più alto dal 2017
Sono stati 441 i migranti che hanno perso la vita da gennaio a marzo 2023: è il trimestre con più morti dal 2017
Ginevra/Berlino 12 aprile - Il progetto Missing Migrants dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha documentato 441 morti di migranti nel Mediterraneo centrale nel primo trimestre del 2023, il numero più alto registrato dal 2017.
L'aumento della perdita di vite lungo la rotta marittima più pericolosa del mondo viene rilevato in un momento in cui si registrano segnalazioni di ritardi nei soccorsi a guida statale e di ostacoli posti alle operazioni di ricerca e soccorso (SAR) delle ONG nel Mediterraneo Centrale.
"La persistente situazione di crisi umanitaria nel Mediterraneo Centrale è intollerabile", ha dichiarato il Direttore Generale dell'OIM, António Vitorino. "Sono oltre 20.000 le persone che anno perso la vita lungo questa rotta dal 2014 e temo che queste morti siano state normalizzate. Gli Stati devono rispondere. Ritardi e lacune nelle operazioni SAR a guida statale stanno costando vite umane."
Ritardi nelle operazioni di soccorso a guida statale sulla rotta del Mediterraneo centrale sono stati un fattore in almeno sei incidenti che quest'anno hanno portato alla morte di almeno 127 persone. In un settimo caso, in cui sono morti almeno 73 migranti, l’intervento è stato del tutto assente.
Recentemente, le operazioni SAR a guida ONG sono state notevolmente ridotte. Il 25 marzo, la Guardia Costiera libica ha sparato colpi in aria mentre la nave di soccorso dell'ONG Ocean Viking stava rispondendo a una segnalazione di un gommone in difficoltà. Nel contempo, domenica 26 marzo, un'altra nave, la Louise Michel, è stata posta in stato di fermo in Italia dopo aver soccorso 180 persone in mare, un caso simile a quando la Geo Barents era stata bloccata a febbraio e successivamente rilasciata.
Nel weekend di Pasqua 3.000 migranti sono giunti via mare in Italia e il numero totale di arrivi è ora di 31.192. Una nave con circa 800 persone a bordo è stata soccorsa martedì 11 aprile a più di 200 chilometri a sud-est della Sicilia dalla Guardia Costiera italiana con l'assistenza di una nave commerciale. Un'altra nave con circa 400 migranti è stata alla deriva tra l'Italia e Malta per due giorni prima di essere raggiunta dalla Guardia Costiera italiana. Non tutti i migranti di queste barche sono ancora sbarcati in Italia.
"Salvare vite è un obbligo legale per gli Stati", ha detto Vitorino. "C’è bisogno di un coordinamento, a guida statale, nelle operazioni di ricerca e soccorso. Guidati dallo spirito di condivisione delle responsabilità e della solidarietà, chiediamo agli Stati di lavorare insieme per ridurre la perdita di vite lungo le rotte migratorie".
Le 441 morti documentate nei primi tre mesi dell'anno sono probabilmente una sottostima del reale numero di vite perse nel Mediterraneo centrale. Il Missing Migrants Project sta anche investigando diverse notizie di “naufragi invisibili”, casi in cui ci sarebbero imbarcazioni scomparse, senza notizie di sopravvissuti, resti o operazioni di ricerca e soccorso.
Il destino di oltre 300 persone a bordo di quelle navi rimane incerto.
La preoccupante situazione nel Mediterraneo centrale rafforza la necessità di un sistema SAR a guida statale dedicato e prevedibile e di uno sistema di sbarco che ponga fine alla risposta ad hoc che ha caratterizzato le operazioni i mare dalla fine dell'Operazione Mare Nostrum nel 2014. Gli sforzi degli Stati per salvare vite devono includere un sostegno all’impegno delle ONG nel fornire assistenza per salvare vite e devono poter porre fine alla criminalizzazione, agli ostacoli e ai vari tipi di deterrenza esercitati nei confronti degli sforzi di coloro che forniscono tale assistenza. Tutte le navi, comprese quelle commerciali, hanno l'obbligo legale di fornire assistenza e soccorso alle imbarcazioni in difficoltà.
L'OIM chiede inoltre ulteriori azioni concertate per smantellare le reti criminali di traffico di esseri umani e per perseguire coloro che approfittano della disperazione dei migranti e dei rifugiati facilitando viaggi pericolosi.
---------------------------
ll Missing Migrants Project è un'iniziativa del Global Migration Data Analysis Centre (GMDAC) all'interno del Global Data Institute dell'OIM a Berlino. I dati più recenti del Missing Migrants Project sul Mediterraneo sono disponibili su missingmigrants.iom.int/region/mediterranean.
Per informazioni:
Roma: Flavio Di Giacomo, fdigiacomo@iom.int + 3470898996
Ginevra: Safa Msehli, smsehli@iom.int +41794035526
Berlino: Jorge Galindo jgalindo@iom.int + 49 1601 791 536 e Julia Black +49 15903447446,: jblack@iom.int