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Sempre più migranti perdono la vita lungo il confine tra Turchia e Grecia. La preoccupazione dell'OIM.

Foto Francesco Malavolta, Grecia 2015

Ginevra 18 febbraio - L'OIM è allarmata dall'aumento del numero di migranti che ha perso la vita lungo il confine dell'Unione Europea tra Turchia e Grecia e dalle continue segnalazioni di respingimenti provenienti dallo stesso confine.

Sono almeno 21 i migranti morti al confine terrestre tra Turchia e Grecia nel 2022, un aumento rispetto ai 10 morti segnalati nello stesso periodo dello scorso anno (gennaio-febbraio). Si stima che 55 persone abbiano perso la vita nel 2021 lungo lo stesso confine, soprattutto nel corso del mese di agosto e durante i mesi invernali (dati del progetto Missing Migrants dell'OIM).

Secondo testimonianze raccolte dai team dell'OIM in entrambi i paesi coinvolti, sono continue le segnalazioni di respingimenti, di espulsioni collettive e di un uso eccessivo della forza nei confronti delle persone che si muovono lungo questa rotta. Tali pratiche non sono in linea e si oppongono agli impegni e agli obblighi degli Stati stabiliti dal diritto internazionale e regionale, come l'obbligo di non violare il principio di non respingimento.
L'OIM è preoccupata per il continuo maltrattamento dei migranti in quest'area, nonostante i ripetuti appelli di condanna di tali episodi. La strumentalizzazione dei migranti è inaccettabile e salvare vite umane dovrebbe rimanere la priorità numero uno.

L'Organizzazione fa appello agli Stati affinché cooperino nelle zone di confine dove vengono registrati movimenti irregolari di persone e lavorino insieme per sostenere l'obiettivo 8 del Global Compact for Migration (GCM) al fine di salvare vite e di avviare un impegno internazionale e coordinato per affrontare la questione dei migranti che muoiono lungo le frontiere. 
L'integrità e la sicurezza delle frontiere potranno essere raggiunte soltanto nel momento in cui i diritti umani e il benessere dei migranti, indipendentemente dal loro status, saranno al centro della risposta degli Stati ai movimenti migratori. 

Quasi 3.500 persone sono morte nel tentativo di entrare nell'UE attraverso le frontiere marittime e terrestri nel 2021. Si tratta del numero più alto di vittime registrato in questa regione dal 2018. Questo tributo umano è intollerabile e richiede una risposta effettiva e politiche di cooperazione urgenti.

L'OIM è pronta a collaborare con gli Stati per attuare il Global Compact for Migration (e far sì che ne vengano realizzati gli obiettivi), per salvare vite umane e gestire le frontiere secondo un approccio basato sui diritti, per garantire il rispetto degli obblighi che gli Stati devono seguire secondo il diritto internazionale e per aiutare gli stessi con attività di "capacity building", allo scopo di garantire la dignità e la sicurezza delle persone in movimento. 
 

Per ulteriori informazioni si prega di contattare:

A Ginevra: Safa Msehli, smsehli@iom.int, +41794035526
A Berlino: Jorge Galindo, jgalindo@iom.int, +491601791536
A Vienna: Joe Lowry, jlowry@iom.int, +43660776404 
A Roma: Flavio Di Giacomo, fdigiacomo@iom.int, +393470898996